Acciaio, frenata e attese. «Dal 2025 buoni segnali»

Bilanci La crisi globale dell’automotive e le incognite della Cina si riflettono sullo stato di salute di un settore strategico per il Paese e l’area lecchese

Nei primi dieci mesi dell’anno, è stato registrato il peggior risultato produttivo dell’acciaio italiano dal 2020, con un calo di quasi il 5% rispetto allo stesso periodo del 2023. In questo quadro recessivo, «il comparto delle trafilerie si trova a metà del guado – ha spiegato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb -, in quanto mostra risultati migliori rispetto alla siderurgia in generale, ma le sue performance sono inferiori a quelle del comparto dei prodotti lunghi. Le aziende della trafilatura, tra gennaio e settembre, hanno registrato un calo della produzione dell’1,2% e, probabilmente, il 2024 si chiuderà con il terzo calo annuo consecutivo».

Nel 2025, però, è attesa una lieve ripresa - dopo due anni complicati -, la cui ampiezza non è però di agevole determinazione. Il 38% delle imprese si aspetta un incremento del fatturato tra il 10 e il 20%; un altro 38% propende per una stabilità. Il 23% si attende un’ulteriore contrazione. I prezzi di vendita sono previsti in aumento fino al 10% dal 35,6% del campione; il 30% prevede che resteranno stabili; il 16% ritiene caleranno meno del 10%. Gli investimenti sono prevalentemente di rinnovo e ammodernamento, con spazio più limitato all’ampliamento. L’innovazione e l’automazione assumono sempre grande rilevanza, con un ruolo non trascurabile anche della sicurezza; cala il peso della digitalizzazione a vantaggio della formazione del capitale umano. Nella provincia di Lecco, capitale nazionale della trafila, l’acciaio vale oltre 3,2 miliardi di euro. Il 2023, in generale, è stato un anno di peggioramento per il comparto italiano della trafilatura.

Le aziende del settore, infatti, hanno registrato un fatturato in forte calo rispetto al 2022 (-22,9%), tornando su valori inferiori a quelli dell’inizio del triennio 2021-2023. È quanto emerso dall’analisi di Bilanci d’Acciaio 2024, studio di siderweb, la community dell’acciaio, giunto alla sedicesima edizione e che indaga i risultati economico-finanziari della filiera siderurgica, attraverso la lettura e l’interpretazione dei dati dei bilanci di esercizio del triennio 2021-2023. I bilanci complessivamente analizzati sono oltre 2mila.

Il contesto e la filiera

Di questi, circa un quarto è relativo ad aziende straniere (europee ed extra europee), utili a realizzare dei confronti sia tra imprese internazionali sia tra aziende italiane e concorrenti esteri. Oltre ai dati economico-finanziari, il volume contiene un approfondimento relativo agli investimenti delle principali imprese della filiera. Infine, sono analizzate le risposte ad un sondaggio sottoposto ad un campione rappresentativo della filiera dell’acciaio nazionale, i cui temi principali sono le attese per i risultati 2024 e le prospettive per il 2025.

È importante considerare anche l’andamento dei principali settori utilizzatori di acciaio, dai quali non arrivano buone notizie: l’edilizia è fortemente dipendente dai sussidi statali, che non ci saranno più, almeno come negli ultimi anni; l’automotive presenta forti segnali di preoccupazione, con un calo notevole dei volumi di attività, livelli di incertezza molto alti, introduzione di dazi. Un elemento di criticità continua a essere il prezzo dell’energia. Seguono il costo di materie prime e semiprodotti, la perdita di competitività e il rallentamento della domanda internazionale.

L’analisi a Lecco

Martedì 3 dicembre, a Lecco, è stata presentata l’analisi, fatta con i professori Claudio Teodori e Cristian Carini dell’Università degli Studi di Brescia e sponsorizzata da BPER Banca e Regesta Group, incentrata sul comparto della trafilatura. Il bilancio è stato presentato nel convegno “Trafilerie, bilanci e prospettive”, organizzato da siderweb, dalla Camera di Commercio di Como e Lecco, insieme a BPER Banca, Regesta, Coface, Sas Engineering and Planning e Caleotto. «Attraverso i numeri, i dati e i bilanci, proviamo a fare un punto della situazione attuale, con un approfondimento verticale sulle trafilerie, nel cuore del distretto nazionale» ha commentato Paolo Morandi, amministratore delegato di siderweb.

«Dobbiamo necessariamente alzare lo sguardo per proiettarci nel futuro, perché questi numeri e il contesto in cui vivono le aziende oggi ci impongono un cambiamento: nuove tecnologie, fare rete, formazione, ricerca e sviluppo, puntando sui giovani con un atteggiamento “aperto” per essere competitivi domani». Le aziende della filiera del filo d’acciaio analizzate sono circa 2.300. Il fatturato totale del campione analizzato ammonta a circa 187 miliardi di euro. Nel 2023, il solo comparto delle trafilerie ha registrato un fatturato di 2,797 miliardi di euro, con una frenata pari al 22,9%. Un andamento che si è riflesso sui principali aggregati reddituali rapportati al fatturato.

«La redditività complessiva del capitale investito si riduce in modo significativo – ha spiegato Claudio Teodori – Analogo andamento ha caratterizzato la redditività dei soci. Buona invece la solidità, in miglioramento: il rapporto di indebitamento complessivo scende sotto l’unità e i mezzi proprio sono ampiamente superiori agli investimenti fissi». Nell’ambito dei principali cluster utilizzatori, soprattutto mollifici e viterie e bullonerie, nel 2023 si osserva una contenuta riduzione del fatturato rispetto al 2022, con valori superiori al 2021.

Al termine dell’analisi - introdotta da Ilaria Bonacina, componente della Giunta della Camera di Commercio di Como-Lecco, e Luca Gotti, responsabile della Direzione regionale Lombardia Ovest di BPER Banca, e a cui ha partecipato anche Antonella Vona, direttore marketing e comunicazione di Coface Italia - si è svolta la tavola rotonda con gli ospiti Andrea Beri, della Ita di Calolziocorte, Giovanni Pasini, presidente Caleotto, e Francesco Silvestri, presidente di Anccem.

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