Ai domiciliari a casa della madre. Ma lei supplica: riportatelo in carcere

Il caso Minacce a lei e al compagno e continue richieste di soldi. L’uomo, 44 anni, è stato portato al Bassone

È stata la madre a presentarsi in caserma dai carabinieri della Compagnia di Como dicendo di essere allo stremo e di non voler più ospitare in casa il figlio, come invece si era offerta di fare per permettergli di scontare la pena inflitta – 9 i mesi rimasti – in un modo meno afflittivo.

La convivenza però, da quanto è stato possibile appurare, non è stata quella sperata ed alla fine il genitore non ce l’ha più fatta, suonando al campanello della stazione dell’Arma per chiedere per favore di fare qualcosa per liberarla da quel figlio con cui era impossibile continuare a stare. E quel qualcosa è stata una segnalazione al Tribunale di Sorveglianza che ha modificato quanto concesso in precedenza, aprendo di nuovo le porte del carcere per un uomo di 44 anni originario della provincia di Lecco ma residente nel Comasco. L’uomo era stato condannato per reati datati 2015 e 2016 di lesioni, porto d’arma e esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Stava scontando nove mesi nella casa della madre, ma il rapporto – da quanto hanno ricostruito i carabinieri – era più che mai conflittuale, con il genitore minacciato, vessato, con richieste continue di soldi e anche con parole pesanti rivolte al compagno della donna.

Una situazione che la madre del quarantaquattrenne non ha ritenuto più sostenibile, anche per la gravità delle minacce esplicite al compagno: «Non mi sporco le mani - gli avrebbe detto - ti sparo direttamente».

Così, come detto, il Tribunale di Sorveglianza – ricevute tutte le segnalazioni da parte dei carabinieri – ha ritenuto «incompatibile la prosecuzione della misura in corso» proprio in considerazione delle gravi minacce ricevute dalla madre e dal suo compagno. Una lunga serie di messaggi che risalgono soltanto ad alcuni giorni fa, al 26 di ottobre, e che sono stati acquisiti dai carabinieri il giorno in cui la donna si era presentata in caserma per riferire quanto stava avvenendo.

L’epilogo, insomma, è stato inevitabile ed è andato in scena questa settimana, quando i militari dell’Arma di Como hanno prelevato il quarantaquattrenne dalla casa di sua madre per portarlo nuovamente in carcere al Bassone, dove finirà di scontare la pena.

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