Pallacanestro Cantù / Cantù - Mariano
Martedì 02 Gennaio 2024
Analisi della mini crisi di Cantù: ora serve la squadra
Momento no Alzi la mano chi avrebbe pensato di fare zero nelle ultime uscite casalinghe consecutive con Trapani e Urania (senza Burns e con Bucarelli malconcio)
Due, tra i tanti, gli errori da evitare in questo momento di palese difficoltà della Pallacanestro Cantù. Uno è quello di voler alzare i toni a tutti i costi, arrivando a giudizi frettolosi o dettati solo dall’emotività. Due, cercare di non sottovalutare i segnali che arrivano dal campo, e non sono per nulla confortanti, derubricandoli magari a banali errori di percorso. Paiono fattori - lo sappiamo - agli opposti, ma non sono così slegati tra di loro.
Alzi la mano chi avrebbe pensato di fare zero nelle ultime uscite casalinghe consecutive con Trapani e Urania (senza Burns e con Bucarelli malconcio). Una situazione strana, anzi stranissima. Addirittura inedita. Perché con cinque sconfitte fin qui all’attivo, la gestione Cagnardi è di gran lunga la peggiore dei tre anni di purgatorio in A2. E, tra l’altro, con il cammino di stagione regolare ancora da completare.
Dice bene il capitano Filippo Baldi Rossi, inaspettatamente sui social a parlare di Acqua S. Bernardo Cinelandia. «Quella di ieri (il post è del 31 dicembre, ndr) è una sconfitta che brucia tanto - scrive -, siamo noi che dobbiamo andare a prenderci le cose... Nessuno ci fa sconti o regali. Da subito, con il nuovo anno, insieme».
Alla sua seconda stagione in maglia biancoblù, uno dei leader della squadra ha centrato il problema. Che, peraltro, dovrebbe essere molto chiaro: Cantù non vincerà per diritto divino baskettaro o storia del club. Tutto quello che vorrà ottenere, dalla singola vittoria all’obiettivo finale, andrà conquistato per meriti. Le due precedenti stagioni lo hanno marcato a fuoco.
Ma cosa sta succedendo alla squadra? La cosa è palese, lì da vedere. Non sta giocando più di... squadra. La stagione fin qui ha dimostrato che da tutti i momenti negativi - all’interno di una partita o dopo una caduta - si è sempre usciti con lo spirito che a questo gruppo è stato riconosciuto più e più volte, anche rispetto ai precedenti. Una capacità, insomma, di far quadrato e autodeterminarsi per uscire dalle situazioni, anche le più complicate.
Capacità che è ultimamente evaporata, cedendo il passo alle iniziative personali. Alla convinzione, cioè, che la giocata del singolo potesse portare a risalire dalla palude delle sabbie mobili. Un po’ perché si è bravi, un po’ perché si è Cantù, un po’ perché si è secondi in classifica. Niente di più farlocco. E lo ha ricordato anche Baldi Rossi con quel «siamo noi che dobbiamo andare a prenderci le cose».
Al di là di una storica - e francamente non si capisce perché non sistemabile - idiosincrasia al catturare rimbalzi (29-36 anche con Urania, S. Bernardo Cinelandia è la peggiore squadra dell’A2), il dato più eclatante, anche dopo queste due sconfitte, è la fragilità della difesa. Implosa - non solo ultimamente - su se stessa e più volte collassata. Incapace di gestire le performance avversarie e schiava di rotazioni, scivolamenti e meccanismi che sono saltati. Oltreché di decisioni e scelte sbagliate. Certe volte fuori dai giochi e dagli schemi, spesso anche dalla logica.
Sulla difesa (a lungo l’anno scorso Cantù la migliore di entrambi i gironi), si sa, ci si applica con la testa e il sacrificio. E se, come giurano quelli della direzione tecnica, questa squadra sta lavorando come mai nessuna ha fatta recentemente (Cagnardi ha chiamato in palestra i ragazzi anche nel tardo pomeriggio di Natale, senza concedere ulteriore riposo), il problema rischia di diventare preoccupante in chiave futura.
Nessuno, finora, ha chiesto a nessuno di guardarsi in giro e sondare il mercato allenatori. Per cui, il tecnico gode della fiducia della società, soprattutto degli uomini che più l’hanno voluto, e può provare già in settimana a raddrizzare le cose.
Domenica si va a Torino e in ballo c’è molto di più dell’eventuale qualificazione per la final four di Coppa Italia. C’è infatti da tutelare e gestire la posizione acquisita anche per un discorso a media-lunga scadenza, quando si giocheranno fase a orologio e i playoff. Potrebbe essere troppo pericoloso, per gli abbinamenti e il fattore campo, chiudere lontani dalla seconda piazza, che, per ora e vista la forza di Trapani, sembra essere il massimo dei privilegi e un vantaggio da non buttare via
La situazione, per stravolgere Flaiano, è seria, ma non è grave. Quindi, sotto con la Cantù che abbiamo conosciuto e tutto si potrà risolversi.
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