Area verde di via Pellico a Figino. In arrivo una distesa di fotovoltaico

Il Comune preoccupato per 40mila metri quadrati di campi. Il sindaco: «Possibilità nulla nel definire le linee guida sull’utilizzo del territorio. Ci hanno lasciati a noi stessi»

Figino Serenza

Sulle aree agricole lombarde si stanno diffondendo impianti fotovoltaici, agrifotovoltaici e sistemi di accumulo. Anche a Figino Serenza, sui campi di via Silvio Pellico, un’area da 40mila metri quadrati, potrebbe arrivare una distesa di pannelli.

L’amministrazione non ci sta e sta cercando di percorrere tutte le strade possibili per evitarlo ma, ammette il sindaco Stefano Tomaselli, «noi Comuni siamo lasciati a noi stessi, senza avere strumenti. Le possibilità che un’amministrazione locale ha di determinare le linee guida sull’utilizzo del proprio territorio sono sono praticamente nulle».

Interrogazione del Pd

Proprio per questo il Partito Democratico al Pirellone ha sollevato il problema, presentando in proposito anche un’interrogazione, conferma il consigliere Angelo Orsenigo: «La Regione è in forte ritardo sulla mappatura per l’individuazione delle aree idonee e non idonee. Adesso vediamo un primo segnale: martedì (oggi, per chi legge) arriva in Giunta la proposta di progetto di legge sull’individuazione delle superfici e aree idonee per l’installazione. Auspichiamo che siano tutelate le aree agricole e soprattutto i parchi regionali e i Plis, quelli locali di interesse sovracomunale, che vanno considerati totalmente esclusi da qualsiasi possibilità di impianto».

Lo scenario in Lombardia

Solo per i pannelli, sottolinea, stando alle richieste di allacciamento riportate da Terna, si stima un consumo di suolo agricolo, nella sola Lombardia, di 51 milioni di metri quadri. Progetto, quello figinese, promosso da una società privata attiva nel settore energetico, che legittimamente, viste le normative in vigore, ha avviato l’iter autorizzativo, dato che non è neppure necessario l’assoggettamento a valutazione di impatto ambientale. Si prevede un intervento su 4 ettari, 40mila metri quadrati, di terreni che oggi hanno destinazione agricola, ricompresi nei confini del parco regionale delle Groane. Un parco agrivoltaico che dovrebbe essere composto da tre sotto-impianti costituiti da tracker fotovoltaici, sistemi in grado di orientare i pannelli rilevando la posizione del sole, di potenza complessiva pari a circa 3 Mwp, megawatt di picco.

«Primi cittadini rimasti soli»

«Nel frattempo – continua Orsenigo - , sono fioccate le richieste e i sindaci sono stati lasciati soli, senza strumenti per tutelare i propri comuni dagli impianti che si stanno realizzando. Invece, è un lavoro di difesa del territorio da un vero e proprio assalto che serve fare. Non vogliamo impianti calati dall’alto e chiediamo a gran voce l’assoluta protezione delle aree verdi. Tutte le nostre eccellenze paesaggistiche e agroalimentari devono essere tutelate». Il Comune in questo caso non ha potere decisionale. L’amministrazione guidata da Stefano Tomaselli ha già avuto due incontri con l’assessore regionale al Territorio e Sistemi verdi Gianluca Comazzi: «Dopo le interlocuzioni con Provincia e Regione – conferma - alla fine ci siamo trovati comunque con le mani legate. Aspettiamo che la Regione si esprima in merito a dove si possano o meno realizzare tali interventi e siamo in attesa di linee guida. Tutte le possibilità sono da percorrere, non ci daremo mai per per vinti. Non abbiamo strumenti per agire da protagonisti, ma li stiamo cercando».

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