
Cronaca / Cantù - Mariano
Sabato 26 Aprile 2025
“Bella Ciao” fa il bis per il 25 Aprile. Prima coro spontaneo, poi la banda
Cantù - Il discorso del sindaco Alice Galbiati: «Papa Francesco ci ricorda come la memoria sia alla radice della pace»
Cantù
«Proprio papa Francesco, in numerose occasioni, ha ricordato come la memoria sia alla radice della pace. Le sue parole oggi risuonano con particolare forza. Perché senza memoria, non c’è identità. E senza identità, non c’è futuro».
Un richiamo al valore dell’identità quello che il sindaco Alice Galbiati ha voluto condividere in occasione dell’80° anniversario della Liberazione dalla dittatura nazifascista. ll governo ha proclamato cinque giorni di lutto nazionale per la morte del pontefice, richiamando alla sobrietà delle celebrazioni del 25 Aprile.
Sobria e rispettosa ma anche gioiosa è stata la manifestazione canturina, che ha visto risuonare per due volte “Bella Ciao” davanti alla tomba dei partigiani, seppur – come accade ormai da due anni – formalmente al di fuori della cerimonia istituzionale. La prima, in un moto spontaneo: una persona ha intonato le prime strofe e molti si sono aggiunti. La seconda, dopo la conclusione ufficiale, con i musicanti della banda Giuseppe Verdi e tante persone che hanno cantato e applaudito. Manifestazione a cura del Comune, organizzata con la partecipazione delle amministrazioni di Capiago Intimiano, Cucciago, Figino Serenza, Novedrate e Senna Comasco, presenti con i propri rappresentanti istituzionali, e le associazioni combattentistiche.
In un copione consolidato la manifestazione si è aperta in piazza Degli Alpini, poi il corteo ha raggiunto il Monumento dell’Artigliere e il cippo ai Caduti dei Carabinieri.
Quindi l’ingresso al cimitero maggiore, dove alla tomba dei partigiani ha preso la parola Antonio Conte della sezione di Cantù e Mariano Comense dell’Anpi che ha ricordato il valore del 25 Aprile, data simbolo in cui «al disordine fascista fatto di gerarchie, privilegi, deportazioni, omicidi politici, guerra e fame si sostituisce l’ordine democratico e nasce una grammatica politica con nuove parole e nuovi ideali: unità, democrazia, uguaglianza, solidarietà, lavoro e pace. I valori che ci hanno consegnato i partigiani e le partigiane».
Il sindaco Alice Galbiati ha invitato a non dare mai per scontata la libertà: «Celebrare questa giornata significa ricordare il coraggio di chi ha lottato, spesso a costo della vita, perché l’Italia potesse rinascere. Uomini e donne, canturini, che hanno scelto di combattere per il bene della comunità, per la libertà della nostra Nazione. La loro eredità non è rito da ripetere, ma è responsabilità da assumere, al di là delle diverse sensibilità politiche e divisioni ideologiche. Un sacrificio che ci lascia un insegnamento: quello di non dare mai per scontati i valori che oggi ci sembrano acquisiti. Valori che vanno difesi ogni giorno attraverso l’impegno concreto, il rispetto delle regole, la cura del territorio e la vicinanza tra le persone».
Il prevosto don Maurizio Pessina ha voluto ricordare i “preti ribelli” canturini, per nascita o ministero, la cui resistenza fu la scelta dell’umano sul disumano: don Pierluigi Bergna, don Vittorino Busnelli, don Secondo Marelli, don Arturo Rusconi e padre Lido Mencarini.
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