Boom turisti, problemi anche con i rifiuti

Il caso Imprese di pulizia e ospiti delle case vacanza buttano i sacchetti nei cestini per strada. L’assessore Cappelletti: «Scriveremo ai proprietari»

Dalle code ai battelli al caro affitti, passando per la perdita d’identità del centro storico, tra le tracce che il turismo in continua crescita lascia a Como c’è anche una più complessa gestione dei rifiuti.

L’aumento delle strutture di ricezione extra alberghiere (le case vacanza sono circa settemila) va di pari passo con la crescita delle presenze in città. E se da un lato non mancano le lamentele raccolte dai rappresentanti degli amministratori condominiali sulla mancanza di rispetto riscontrata da parte di alcuni visitatori, anche il Comune si è accorto di comportamenti fuori luogo. «Capita che le imprese di pulizia pagate dai gestori gettino i rifiuti nei bidoni della spazzatura comunali, probabilmente su indicazione dei gestori stessi» spiega infatti l’assessore al Decoro urbano, Michele Cappelletti. In alcuni casi particolari il Comune ha quindi deciso di intervenire: «Arriverà nei prossimi giorni una Pec ai gestori di case vacanza di una specifica via per ricordare loro che devono attrezzarsi per la gestione dei rifiuti secondo le regole stabilite per tutti i cittadini. Purtroppo talvolta sono i turisti stessi ad abbandonare la spazzatura per strada o nei bidoni».

Un altro comportamento scorretto scoperto dall’amministrazione vede coinvolti alcuni gestori di case vacanza e b&b che scaricano sacchi neri accumulati in grande quantità a Rebbio: «Lo fanno nei giorni e nei punti corretti - specifica Cappelletti - ma in quantità eccessive, quindi abbiamo preso nota delle targhe delle auto per intervenire».

Il dibattito

Quello dei rifiuti derivanti dalla presenza dei turisti in città è un aspetto dell’impatto turistico sul territorio che viene richiamato anche nel dibattito relativo agli strumenti a disposizione delle amministrazioni locali per disincentivare la crescita fuori controllo delle strutture di ricezione extra alberghiere, con l’aumento della tassa sui rifiuti per i gestori di queste attività.

Stando a quanto stabilito nel tariffario dal consiglio comunale cittadino per il 2024 tra le categorie di utenza non domestica (ovvero edifici adibiti a un uso non abitativo), che pagano una tassa più alta rispetto alle normali utenze domestiche, case vacanza e b&b non figurano. Infatti, i locali adibiti all’affitto turistico breve, sia di carattere imprenditoriale (con più di quattro unità abitative coinvolte) che non imprenditoriale mantengono come destinazione d’uso quella abitativa: non sono cioè, ai sensi della legge approvata dalla Regione nel 2015, assimilabili ad attività alberghiere.

Quanto pagano i gestori

A chi quindi, come l’ex assessore all’Urbanistica Lorenzo Spallino, sulle pagine del giornale di martedì, suggerisce di equiparare queste attività alla struttura alberghiera alzando quindi la tarrifa Tari, l’assessore Cappelletti risponde che sarebbe la strada sbagliata da seguire. «Pagano già di più. Innanzitutto perché i proprietari sono costretti dalla legge a non fare attività di affitto breve per almeno 90 giorni all’anno, periodo in cui però pagano regolarmente la Tari. E poi perché pagano la tassa in base alla metratura e ai posti letto disponibili, quindi anche quando hanno meno ospiti di quelli che potrebbero accogliere, pagano comunque una Tari fissata sulla base dei posti totali disponibili all’interno dei locali».

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