
( foto Walter Gorini)
Tre stagioni in Brianza per la guardia-ala toscana prima del suo approdo quest’anno a Pesaro. Domenica tornerà a giocare a Desio
BASKET
Uno dei primissimi ad arrivare, l’ultimo ad andarsene. Lorenzo Bucarelli è uno dei simboli degli anni in A2 di Cantù. La guardia-ala toscana, 27 anni, fu una delle prime mosse di mercato dopo la retrocessione: tre anni a Cantù, in un rapporto concluso la scorsa estate. Ora “Lollo” è uno dei punti di forza di Pesaro, prossima avversaria di Cantù a Desio domenica alle 18.
Dalla Brianza al mare delle Marche è un bel salto: «È un posto dove si sta bene - ammette Bucarelli - e che vive di basket come Cantù. Ho trovato una piazza in cui esprimermi al meglio e lavorare tranquillo, con tutte le aspettative del caso, ovviamente». Domenica tornerà a Desio, in una partita di non semplice lettura: «Come tutto l’anno ha dimostrato, questa A2 è un campionato difficile. Ogni domenica ci sono sempre almeno due risultati che non t’aspetti. A Cantù sarà tosta, veniamo entrambi da sconfitte».
Una A2 nuova per tutti, così come per Bucarelli, che spesso ha lottato con Cantù per varo obiettivi: «C’è un numero alto di sconfitte nelle prime posizioni perché ci sono sei-sette squadre di altissimo livello e almeno altre sei molto vicine. Le otto sconfitte di Udine? Per me non è un dato così alto, anzi: in campionati meno competitivi non si perse molto meno».
Che Cantù si aspetta? «Quest’anno è una squadra molto fisica, che sa bene dove andare a colpire le difese avversarie. E gioca su un campo che conosco bene e so che sarà caldo. Spero in una bella partita: ha tutto per esserlo».
Pesaro è una neoretrocessa: spesso le tifoserie chiedono l’immediato ritorno in serie A, come è stato quattro anni fa per Cantù. Ma non sempre si riesce a ottenere tutto e subito: «La prima parte di stagione è stata molto complicata. Ma siamo rimasti compatti, abbiamo lavorato a testa e bassa e nel girone di ritorno si sono visti i frutti. Siamo in rincorsa, ma ci giochiamo tutto in questo finale: non dobbiamo sprecare l’occasione, vogliamo andare sino in fondo».
In una stagione altalenante per Pesaro, c’è stato anche un passaggio non da poco, emotivo e tecnico, come il cambio di allenatore dopo le dimissioni di Pino Sacripanti e il ritorno nelle Marche di Spiro Leka: «Non siamo partiti benissimo con il nuovo coach, ma ora giochiamo una pallacanestro più coesa. Qualche alto e basso c’è sempre, ma fa parte delle peculiarità di questo campionato. Andiamo meglio dove pensiamo di avere un vantaggio, grazie a un gioco molto fluido: tutti siamo coinvolti e abbiamo delle responsabilità».
Rimpianti per aver lasciato Cantù non ce ne sono. Si dice che non sia restato per aver rifiutato il ruolo di vice McGee: «Non mi va di parlare di questo. Vorrei tenermi i tanti ricordi belli di Cantù. Come quando ti lasci con una persona a cui hai voluto bene, preferisci pensare alle cose belle».
Qualcosa, però, a Bucarelli è mancato: «Purtroppo ogni anno qualcosa è andato storto. Il primo anno abbiamo perso con Scafati, un campo dove era difficile vincere. Il secondo è stata un’occasione buttata, ma il rimpianto maggiore è la finale con Trieste: avessimo vinto almeno una delle prime due gare in casa, magari staremmo parlando di un’altra storia».
E, domenica, tornerà da ex, ma senza dente avvelenato: «Sono felice di rivedere persone che sento tuttora. Nei tre anni a Cantù ho stretto legami forti: se sportivamente è mancato qualcosa, umanamente ho trovato un ambiente super e persone splendide».
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