Cronaca / Como città
Sabato 07 Dicembre 2024
Caos campi di calcio a Como, tra utenze non pagate e società in difficoltà: «Giusto fare ordine ma senza stangate»
La vicenda Impianti malmessi e debiti con il Comune. D’Orta: «C’è un passato, il sindaco non può ignorarlo». Ramaroli: «Quando è stato chiesto, abbiamo pagato»
Se un intoppo c’è stato nei rapporti tra Comune e società sportive di calcio dilettanti va cercato in quelle utenze non pagate che oggi costituiscono il pomo della discordia. Lo si può riassumere in un numero: il Comune negli anni ha anticipato circa 500mila euro di spese.
«Un problema ereditato»
«C’è una storia. Il sindaco ha la presunzione di sapere tutto riguardo a un problema che ha ereditato dalle amministrazioni precedenti», è il punto di vista di Stanislao D’Orta, presidente dell’Ardisci Maslianico, che proprio a causa dei debiti in essere con il Comune ha perso la concessione per il campo di Lazzago, ora affidato in via temporanea al Rugby Como.
Campo per cui D’Orta aveva presentato nel 2021 un progetto da oltre due milioni di euro, chiedendo in cambio una concessione di 25 anni. Un piano protocollato e mai più considerato dalle amministrazioni. «Con i campi di calcio a Como ci sono stati da sempre problemi evidenti: erano messi così male che le società non potevano trarne introiti e allo stesso tempo, con concessioni di appena tre anni, non ci sono mai state le condizioni per pensare a investimenti significativi. Come si può pensare che società sportive, senza scopo di lucro, paghino tutte quelle utenze e in più si tengano strutture in malora?». Di qui il “tacito accordo” cui tanti fanno riferimento, per cui le società si impegnavano a intervenire laddove possibile per ristrutturare i centri sportivi e in cambio ottenevano che in Comune si chiudesse un occhio sul mancato pagamento delle utenze.
Non per tutti però la storia è andata in questo modo. Lo racconta Stefano Ramaroli presidente della società sportiva Cittadella: «Sul campo di via Frigerio come Cittadella abbiamo sempre pagato e abbiamo anche rifatto il campo sintetico, due volte, a nostre spese. Poi c’è stata una fusione sportiva con Ardita ed è emerso che la concessione del campo a 11 di via Spartaco non era mai stata regolarizzata dal punto di vista delle volture. Quindi, quando è arrivata la Pec del Comune come a tutte le altre società, con la richiesta di pagare, pur di giocare abbiamo trovato i soldi».
La società oggi resta comunque senza un campo a 11 perché quello di via Spartaco è stato ultimato solo da pochi giorni e attende di essere dato in concessione. «Nel frattempo abbiamo fatto giocare i ragazzi a Sagnino e Tavernola, con grosse spese d’affitto». La fiducia che le cose possano migliorare però non manca anche perché al Comune, con il quale ha intessuto un dialogo in queste settimane, Ardita Cittadella ha già presentato un planning di gestione del campo di via Spartaco in accordo con le altre società sportive che non hanno un centro in cui giocare, ovvero Libertas San Bartolomeo, per le squadre di calcio femminile, e la Polisportiva Sant’Agata. «Il problema delle utenze prima o poi andava sollevato, per fare ordine - riconosce Ramaroli e non è il solo a farlo, così come non è il solo ad aggiungere un’ultima considerazione - Ciò che conta ora è garantire ai ragazzi la possibilità di giocare». Simile è la posizione anche di Marco Cairoli, presidente della società sportiva Lario: «Non avendo concessioni, ci siamo adattati per andare a giocare a Bulgarograsso. Con il Comune nessun debito. So che però ora la situazione è difficoltosa, da entrambe le parti».
Progetto unitario per lo sport
Nel frattempo emerge, come già aveva lasciato intendere il sindaco Alessandro Rapinese a marzo, parlando della palestra di via Giulini, che qualcosa si sta muovendo in ambito sportivo. Una società terza infatti sarebbe stata incaricata dal Comune di analizzare il patrimonio dei centri sportivi cittadini per valorizzarlo e ipotizzare un modello unico di gestione in relazione al nuovo codice degli appalti.
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