Cantiere della scuola sotto sequestro

Fino Mornasco Il provvedimento dopo l’infortunio che è costato la vita al tecnico edile Salvatore Minissale - Disposta l’autopsia - Preoccupazione per i ritardi: l’opera, con fondi Pnrr, deve essere ultimata entro marzo ’26

Fino Mornasco

Il cantiere è sotto sequestro giudiziario ed è stata disposta l’autopsia sulla salma di Salvatore Minissale. Sono i primi provvedimenti della procura di Como dopo l’incidente mortale di mercoledì, costato la vita al cinquantaquattrenne di Cogliate, capocantiere dei lavori in corso in via Leonardo da Vinci per la costruzione della nuova scuola media.

È la prassi per consentire agli inquirenti (sono intervenuti Ats Insubria, carabinieri, pompieri) di ricostruire la dinamica dell’infortunio mortale: Minissale sarebbe precipitato da un’altezza di 10 metri all’interno dell’edificio in costruzione.

Accertamenti in corso anche per verificare se le normative in materia di sicurezza siano state rispettate. Una procedura che potrebbe durare settimane mettendo in difficoltà il Comune.

L’opera, valore di 11 milioni e 200mila euro, deve necessariamente terminare entro il marzo del 2026, altrimenti sono a rischio i finanziamenti del Pnrr. Il sindaco, Roberto Fornasiero: «Prematuro parlare della ripresa, non so dare alcuna previsione. Siamo consci che il tema sia il termine del cantiere per la scadenza legata al Pnrr, sarà quindi importante dopo la riapertura rispettare ugualmente la scadenza».

Il sindaco: «Salvatore lo conoscevo. È il capocantiere che ha seguito i lavori sin dall’inizio. Sorridente, disponibile, più volte mi ha mostrato lo stato d’avanzamento dei lavori ma mi ha sempre lasciato all’esterno: ci teneva che nemmeno io entrassi per ragioni di sicurezza. Mi dispiace tantissimo. È impensabile morire in questo modo a 54 anni».

I sindacati Cgil, Csil, Uil in una nota unitaria: «Morire in un cantiere pubblico, mentre si costruisce un luogo dedicato all’istruzione, è un paradosso intollerabile. Lì dove si dovrebbe edificare il futuro delle nuove generazioni, si continua a morire di lavoro».

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