Cantù, così va meglio. «Ora c’è più solidità sui cambi difensivi»

Il ds Frates accenna al mutamento in atto: «Cresciuti nei meccanismi, aumentata la comunicazione. Con questi accorgimenti subiamo meno certe situazioni»

S.Bernardo, avanti con la difesa. Perché è da tempo che l’ambiente contesta a Cantù una difesa “allegra”. A Torino, tolti gli ultimi secondi a risultato ampiamente acquisito, il dato è che Cantù ha messo in campo, finalmente, una difesa di ottimo livello. Frutto di un gran lavoro certosino, rimarcato da molti protagonisti. Eppure il mantra «Cantù non difende, Cantù non prende rimbalzi» ha fatto da padrone in questi mesi. Due temi più meno fissi dall’inizio del campionato, molte volte mascherati con vittorie oltre i 90 punti, ma tornati prepotentemente d’attualità dopo le due sconfitte contro Trapani e Milano.

Ma Cantù a Torino è stata capace di stare sotto media: 81.5 i punti subìti da Cantù nelle 17 performance precedenti, 76 quelli accusati a Torino, di cui una decina negli ultimi secondi con la testa già negli spogliatoi. Altri dati importanti e che, in parte incidono: la vittoria a rimbalzo (33-30) e il miglior saldo nelle palle recuperate/perse (+1 Cantù, -10 Torino), un dato su cui può in parte incidere anche una difesa forte.

Una Cantù che resta tutto sommato nella media per produzione di punti (87), è scesa di 5 punti alla voce punti subìti. Un tema importante, frutto di vari fattori, come conferma il direttore sportivo Fabrizio Frates. Che, anche nel rispetto dei numeri e delle statistiche della partita, pone l’accento soprattutto sul lavoro fatto in palestra in settimana: «Nelle ultime due settimane di allenamenti ci siamo concentrati molto su questo aspetto. L’abbiamo sempre fatto, ma abbiamo aumentato la comunicazione: siamo cresciuti nei meccanismi, soprattutto subiamo meno certe situazioni, per esempio nei cambi difensivi abbiamo messo maggiore solidità e sicurezza».

Chiaramente, avere il roster al completo, aiuta questi processi. Quando ci si guarda tutti in faccia in allenamento, quando si ha la possibilità di confrontarsi con un “pari grado”, le situazioni proposte diventano sempre più allenanti: «Ovviamente – sottolinea l’ex coach - la miglior condizione atletica, aiuta a sfruttare la fisicità sul perimetro».

Più attenzione, più fisicità, più coinvolgimento sono ingredienti che non possono mancare. Anche perché la regola aurea è che una difesa più attenta sia propedeutica per un attacco veloce: «Si possono giocare più palloni in contropiede, il che regala più energia ed entusiasmo. Inoltre, sarebbe un gran passo invertire il nostro punto di partenza mentale: siamo una squadra votata all’attacco, e da questo Cantù trae energie per difendere meglio. Credo che dovremmo ribaltare questa mentalità: dovremmo trovare positività in attacco dopo una bella difesa. Un passo strategico per competere sempre ai massimi livelli».

Il perché è presto detto: «Se è vero che capitano le giornate “no” al tiro, la difesa è invece un fattore che possiamo mettere in campo sempre, al di là della giornata storta in attacco. In pratica, una buona difesa dipende sempre e solo da noi stessi e abbiamo le potenzialità per mettere sempre in campo una difesa di alto livello».

© RIPRODUZIONE RISERVATA