
Sport / Cantù - Mariano
Martedì 08 Aprile 2025
Cantù ha fatto 13. Eppure c’è ben poco da stare allegri
Calcio Il dato fa riferimento al numero delle sconfitte rimediate nelle 35 gare di regular season già alle spalle. In pratica, ha perso il 37% delle partite sin qui disputate
cantù
Tredici sconfitte su 35 partite disputate. È il saldo della S.Bernardo a tre giornate dal termine della regular season. Un saldo non esaltante, anzi, specie se confrontato con le stagioni precedenti. In pratica, Cantù ha perso il 37% delle partite sin qui disputate. L’obiezione potrebbe essere la seguente: Cantù è terza da sola e ha i playoff per raggiungere il traguardo della promozione.
Ma non è questo il punto. Qua si parla di freddi numeri: il dato salta all’occhio ed è eclatante. Così come non sono certamente poche le sconfitte di chi, con ogni probabilità, salirà presto direttamente in serie A, ossia Udine con i suoi 8 ko. O le 10 sconfitte di Rimini, la prima inseguitrice.
Il confronto
Più volte è stato spiegato che questi numeri alti possono dipendere da tante variabili. Il campionato, con il suo nuovo format a 20 squadre e 38 giornate, che ha debuttato quest’anno a riforma delle minors ultimata, è certamente lungo, a tratti logorante e senza pause. È molto equilibrato e ha vissuto periodi intensi, soprattutto in concomitanza dei tanti turni infrasettimanali: otto programmati, altri resi necessari dai recuperi.
La poca abitudine a giocare tante partite ravvicinate è un altro elemento di criticità, nell’ambito di una nuova formula che è stata apprezzata da società e pubblico.
Resta il peso delle sconfitte, che sembrano bloccare sul nascere ogni tentativo di recupero da parte della S.Bernardo. Ogni volta che si è provato a dare continuità, c’è stato uno stop, anche inatteso.
La particolarità di questa stagione emerge ancor di più quando si paragona a quelle precedenti, giocate con altri format e con precise specificità. Partendo dal 2021/22, la prima in A2 dopo la retrocessione, con Marco Sodini in panchina Cantù ha aveva perso in regular season, su 26 turni, il 19% delle partite, dato salito al 23% dopo la fase a orologio (30 partite in tutto).
L’anno successivo, con Meo Sacchetti, 4 sconfitte su 24 sfide di regular season, pari al 16%, salite al 23% dopo la stravagante fase a orologio di quella stagione, con un girone dispari. Con Devis Cagnardi, lo scorso anno, Cantù perse il 22% di gare in regular season (22), dato che salì al 28% dopo le quattro sconfitte su dieci partite dell’orologio.
Il precedente di Trieste
Campionati non paragonabili, su questo non ci piove. Ma i numeri dicono questo: Cantù perde una partita ogni tre e non è ancora riuscita a cambiare marcia. Ma per cambiare le cose e ritrovare solidità c’è ancora tempo. L’esempio più eclatante? È freschissimo e risponde al nome di Trieste. Chiuse al quinto posto la regular season, posizione confermata dopo una fase a orologio senza squilli (anzi).
Ma ritrovò sé stessa e i suoi uomini migliori ai playoff, trasformandosi di colpo in una corazzata che travolse nell’ordine Torino, Forlì e Cantù, prima di volare in A.
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