«Cantù, idee chiare e squadra forte. Io? sto arrivando»

Intervista a Moraschini, esterno dell’Acqua S. Bernardo

Come fosse qui. Più di essere qui. Il lavoro di recupero dall’infortunio per Riccardo Moraschini è qualcosa che va oltre la preparazione estiva. Sei ore al giorno («faccio sempre il doppio allenamento, mattina e pomeriggio»), senza soste. Agosto compreso. A due passi da casa, alla Isokinetic di Bologna, l’eccellenza nella riabilitazione sportiva e ortopedica.

Siamo andati a sentire la guardia della S. Bernardo Cantù in una pausa della rieducazione al ginocchio.

Ricky, come va?

Bene. Dai, bene. Settimana dopo settimana sempre meglio. Adesso ho cominciato anche un po’ a corricchiare in linea retta.

Sensazioni?

Più che positive. Mai avuto problemi, dolori o intoppi. Procede tutto come previsto.

E con previsto cosa intendi?

Tutti, da chi mi ha operato allo staff medico di Cantù e ai fisioterapisti qui a Bologna, hanno sempre detto tre mesi per il completo recupero. Quindi diciamo intorno alla seconda metà di settembre. Giorno più o giorno meno, poco conta a questo punto. Conta che tutto proceda al meglio.

Ti aspettiamo a Cantù quando, allora?

Fine mese. Diciamo il 27 o il 28, in base anche a come si mette con la rieducazione. Ma non vedo l’ora di “venir su” ad abbracciare i ragazzi.

Come hai vissuto questo periodo? Carico o con momenti down?

Ho sempre affrontato la situazione con massima positività. Quando giravo con tutore e stampelle e quando le ho tolte. Ho svolto tutto in maniera serena, ormai c’è la consapevolezza che anche questi contrattempi facciano parte del nostro lavoro. E anche finire la stagione in quel modo così sfortunato, paradossalmente, mi ha dato una grande determinazione e la voglia di tornare come prima. Anzi, meglio di prima.

Mai avuto paura?

Il lavoro di riabilitazione non mi ha mai preoccupato. Se devo essere sincero la cosa che più mi ha inquietato è stata l’attesa della diagnosi. Lì, sì, temi e pensi sempre a qualcosa di più grave. È l’attesa che snerva.

Non è stato un infortunio da poco, comunque...

Ma, nella gravità di quanto mi è capitato stavolta, direi che mi è successa la cosa migliore. E questo ha aiutato.

Cosa ti aspetti da qui in avanti?

Ovviamente di migliorare giorno dopo giorno. Senza voler affrettare i tempi, sarà fondamentale vedere la reazione quando comincerò a fare la parte individuale sul campo e a spingere di più. Oltre a quando mi toccherà tornare in gruppo.

Tra tutore e stampelle, quanto tono muscolare hai perso?

Diciamo che trenta giorni non sono pochi, ma grazie a Dio sono riuscito sempre a rimanere in forma. Anche a Isokinetic, con lo stesso fisioterapista che mi aveva seguito dopo l’intervento al crociato, durante queste settimane abbiamo potuto constatare di come le cose stessero andando bene pure su questo fronte. Altro fattore che mi ha fatto rimanere sempre positivo e ottimista.

Come vedi questa squadra che sta nascendo?

Bene. Bene. Mi sembra forte, buona e solida. Con tanti ragazzi che hanno fatto l’A2, e da protagonisti, e altri che scendono dalla serie A dopo esperienze importanti. Mi piace molto il fatto che sia stata costruita con idee chiare e ben precise. Con ruoli, competenze e leadership già delineate.

A proposito di leadership, l’allenatore ha tenuto pubblicamente a sottolineare la tua...

Avevo parlato con Brienza subito dopo la sua firma. Ha voluto chiamarmi per sapere come stessi e per annunciarmi la centralità della mia presenza all’interno della squadra. Fa molto piacere sentirsi dire di essere un perno importante del gruppo.

Anche qualcosa in più, diremmo.

Infatti. Il coach ha detto di voler contare sulla mia leadership e sulla qualità che potrò e dovrò mettere a disposizione dei compagni. Questa grande fiducia, devo essere sincero, me la sento già addosso.

Tra quelli che ritroverai, stavolta ci sarà anche Andrea De Nicolao, con il quale hai anche giocato molto di recente.

È da una vita che siamo avversari. Addirittura dalle giovanili. Poi abbiamo fatto tutta la trafila delle Nazionali giovanili stesse e due anni fa ci siamo ritrovati insieme a Venezia.

Che tipo di giocatore è?

Esperto, molto esperto. Un play di altissima qualità. Che sa gestire tempi e ritmi. Sono contentissimo del fatto che sia qui con noi.

E con il tuo capitano, che per te è molto di più, come siamo messi?

Al di là dell’infortunio, la costante è quella di sentirsi regolarmente. A prescindere. Figuratevi adesso... Con Filippo (Baldi Rossi, ndr) ci si è visti e sentiti costantemente. Carino, come sempre. Troppo carino, dai.

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