Canturina Bis, il via si allontana. «Inizio cantiere dopo metà 2026»

Viabilità Il consulente Tarantola: «La convenzione Regione-Provincia attesa entro fine mese». Finora a bloccare l’opera è stata la mancanza di fondi. Promessi 95 milioni, ma ne servono 334

Cantù

Non si placa il dibattito sulla Canturina bis, sollevato soprattutto da chi è contrario alla sua realizzazione. Ma l’apertura del cantiere per realizzarla, o meglio per realizzarne un lotto, è ancora lontana: nella migliore delle ipotesi, non prima della metà del 2026. Provincia e Comune sono certi che sia importante realizzarlo, per cominciare ad alleggerire l’asse tra via Milano e viale Lombardia, una delle arterie più trafficate del Comasco, di migliaia di veicoli.

Un tratto lungo meno di un paio di chilometri, per un costo di circa 60 milioni di euro, compreso tra via Genova e la rotatoria di via Marche, per cominciare a progettare il quale si è bussato alla porta della Regione. E nelle prossime settimane potrebbe venire sottoscritta la convenzione per poi procedere con la progettazione definitiva.

I prossimi passaggi

La Regione ha chiesto approfondimenti tecnici, conferma Bruno Tarantola, già dirigente del settore Viabilità e Opere Pubbliche della Provincia che oggi collabora con l’ente a titolo gratuito  nella prosecuzione di alcuni investimenti infrastrutturali: «Sono state fornite integrazioni in merito al riverbero sulle strade esistenti in ordine alla realizzazione del lotto centrale dell’opera. Ora siano in attesa che venga elaborata la convenzione con la Regione che potrebbe venire sottoscritta a maggio».

Finora a bloccare l’opera, più che le proteste degli ambientalisti e le voci dissonanti che provengono per esempio da Figino Serenza e dall’opposizione di Carimate, è stata la mancanza di fondi. Villa Saporiti ha approvato il progetto di fattibilità tecnico ed economica, per un costo totale stimato in 334 milioni di euro: + 71% rispetto al primo preventivo da 195 milioni. La Regione ne ha promessi 95, ma gli altri al momento sono da trovare. Proprio per questo si intende utilizzarli per appaltare il secondo lotto, che da via Genova arriverebbe alle spalle del centro commerciale Mirabello. Progetto che dovrà essere approvato anche dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e solo superata questa fase la Provincia potrà avviare le ulteriori fasi progettuali.

Il cronoprogramma

«Quando è stato approvato il primo livello progettuale – spiega Tarantola – si era già prevista la possibilità di assegnare allo stesso professionista anche quelli successivi. Nel momento in cui Regione sbloccherà i fondi, quindi, si potrà procedere con il definitivo».

Non una pratica breve, comunque. «Sì – conferma – realisticamente non si potrà cominciare a parlare di avvio del cantiere prima della metà del 2026». I detrattori dell’opera sostengono che una realizzazione parziale consumerebbe suolo senza portare reali benefici.

Secondo Tarantola, invece, l’impatto sarebbe significativo: «Dobbiamo ricordare che la realizzazione di un’infrastruttura è legata all’analisi dei costi e benefici, che possono rispondere a interessi sovraordinati. Questo tratto convoglierebbe una buona parte del traffico che scorre sui via Milano e viale Lombardia, tra i 9 e i 12 mila veicoli giornalieri, alleggerendo una direttrice oggi congestionata, in particolare in corrispondenza del semaforo all’incrocio con via Baracca. Il che non influirebbe solo sul traffico ma anche sulla salute dei cittadini, evitando che migliaia di auto siano incolonnate rilasciando gas inquinanti».

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