La ricerca di un punto di equilibrio per evitare il caos dato dal turismo: il punto di vista di un sindaco ticinese

Intervista Ivo Bordoli, sindaco del Comune ticinese di Verzasca, è diventato famoso grazie alla rete con il celebre “Ponte dei Salti”

«Ma quale problema. I turisti per noi sono una risorsa. Certo, qualche ragionamento di fronte a numeri come quelli registrati anche nell’estate da poco conclusa andrà affrontato. Per ora, però, non è ipotizzabile pensare al numero chiuso».

E’ bastato un video (che è ormai datato estate 2017) da milioni di click per trasformare Lavertezzo con l’ormai celebre “Ponte dei Salti” nelle “Maldive di Milano” e Verzasca - con i suoi 855 residenti - in una delle “capitali” del turismo ticinese, con tutto ciò che ne consegue in fatto di code lungo i 15 chilometri che separano Gordola (salendo da Locarno) da Lavertezzo, “caccia” al parcheggio e inevitabili affollamenti di rive ed aree verdi, specie nei fine settimana clou dell’estate.

Al sindaco Ivo Bordoli - legato anche al nostro territorio date le sue origini tremezzine - è quasi fisiologico chiedere se Verzasca ha retto il colpo (anche) di quest’estate da grandi numeri. E con qualche inevitabile disagio.

In particolare, come è stato affrontato questo (ennesimo) “overtourism”?

Guardi. Il turismo rappresenta l’indotto principale della nostra valle. Lo sanno bene anche i tanti comaschi che vengono a trovarci d’estate e non solo in estate, a dire il vero. Siamo contenti quando la gente sale da noi. Negli anni abbiamo cercato di lavorare sulla viabilità e sui parcheggi. Una valle come la nostra senza turismo non potrebbe vivere e, di conseguenza, dobbiamo ragionare partendo proprio da questa considerazione.

Anche voi, per regolamentare traffico e caos nella ricerca dei parcheggi avete “arruolato” quelli che chiamate “sicurini” o addetti alla sicurezza. Dico anche voi, perché un qualcosa di analogo sta avvenendo dal 15 maggio lungo la Statale Regina con le quattro postazione dei movieri. Questa iniziativa ha giovato alla causa della viabilità?

Sicuramente sì, anche se tocca a noi pagarli pur prestando servizio su una strada cantonale. Il Cantone, a precisa domanda, ha risposto che a Bellinzona spetta la prevenzione, non la direzione del traffico. Ci siamo rimboccati le maniche, perché il traffico era oggettivamente diventato un problema serio, anche per i residenti che non riuscivano più ad accedere in tempi urbani alle rispettive abitazioni.

E poi si è lavorato per creare parcheggi, un altro dei problemi che caratterizzano il suo paese.

Proprio così. Parcheggi a pagamento - aggiungo - che rappresentano un’entrata piuttosto importante. E’ la Fondazione Verzasca a gestirli. Noi abbiamo un ristoro annuale nell’ordine dei 115-120 mila franchi l’anno. Sicuramente, una voce di rilievo per un Municipio piccolo come il nostro.

Municipio piccolo sì, ma che ha il privilegio di ospitare al suo interno le “Maldive di Milano”. Quanto è difficile gestire questa notorietà data da milioni di click arrivati grazie alla rete?

Bisogna trovare il giusto equilibrio. Ripeto, senza turismo questa valle sarebbe in serissima difficoltà. Dopodiché trattandosi in larghissima maggioranza di turisti “mordi e fuggi”, cioè che arrivano al mattino e ritornano verso casa la sera, non possiamo lasciare strade e parcheggi in balia degli eventi. Non abbiamo grossa disponibilità di posti letto. Dunque ben venga il turismo di giornata.

Facendo un passo indietro, a giugno 2021 da parte vostra - intesa come Comune e Gruppo di lavoro sulla mobilità - era stata indirizzata una lettera al Cantone chiedendo di prendere in seria considerazione la possibilità di introdurre il “numero chiuso” attraverso il contingentamento degli ingressi alla Valle. Poi non se n’è fatto più nulla. E’ un’ipotesi ormai accantonata in via definitiva?

Al momento siamo ancora in una fase di riflessione sul comportamento da tenere. L’ipotesi del “numero chiuso” non è stata definitivamente archiviata, ma credo che anche per la prossima estate le cose rimarranno come sono. In quella lettera chiedevamo al Cantone un contributo per la sorveglianza e la regolamentazione del traffico. Contributo che al momento non è arrivato. Quanto al “numero chiuso”, qualora dovessimo riscontrare difficoltà insormontabili nella gestione dei flussi turistici, anzitutto le istituzioni superiori ci dovrebbero dire se legalmente questa scelta sarebbe poi inappuntabile”.

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