Cronaca / Como città
Martedì 13 Dicembre 2022
Cappotti e giacche in aula e gli studenti protestano: al Pessina solo 10 gradi
Disservizi Le temperature rigide nelle aule sono conseguenza della prolungata chiusura in occasione del ponte
Al Pessina si gela, giacche e cappotti in aula con dieci gradi. Ieri mattina gli studenti dell’istituto di via Milano hanno protestato contro il freddo, fotografando i radiatori che riportano sui timer in tempo reale i gradi presenti negli ambienti scolastici. Le foto sono state poi pubblicate sui social.
«Questi sono i gradi che ci sono in alcune classi del Pessina – si legge in calce allo scatto dove si notano i soli dieci gradi segnati sull’impianto di riscaldamento –. Noi studenti vogliamo denunciare queste condizioni perpetue che si verificano al Pessina nella sede centrale di via Milano. Oggi addirittura dieci gradi all’apertura, 12 alla seconda ora dalle nove alle dieci e alla terza, dalle dieci alle 11, massimo 14 gradi. Siamo tutti con le giacche e i cappotti, studenti e professori».
Il disagio, in realtà, sarebbe ricorrente, perché la scuola ha un impianto vecchio e grandi spazi da riscaldare, con soffitti molto alti. Per di più al lunedì fa sempre più freddo perché le scuole nei festivi rimangono vuote. Questa volta era dall’8 dicembre che non si faceva lezione causa ponte.
«La scuola è stata chiusa per quattro giorni – spiega la professoressa Daniela Porrini,vice preside del Pessina –. Ripartito l’impianto ci vuole un po’ di tempo per scaldare tutte le aule e i corridoi. Quella di stamattina (ieri, ndr) è stata un’emergenza, stiamo pensando anche di spostare le classi che patiscono più freddo negli ambienti più caldi rimasti a disposizione. Però abbiamo subito avvertito i responsabili della Provincia, l’ente che ha la competenza sulle scuole superiori e i tecnici hanno promesso controlli e interventi rapidi».
«Anche il mio ufficio assicuro è freddo – dice Porrini - il soffitto è alto più di quattro metri e la temperatura diventa confortevole solo dopo qualche ora». Questo stesso disagio, ciclicamente, è vissuto da molti altri istituti superiori della città e della provincia. Senza i caloriferi accesi durante le giornate di chiusura alla ripresa delle lezioni in classe c’è spesso da battere i denti. La scorsa settimana a protestare erano alcuni studenti e genitori del liceo Ciceri. I tecnici della Provincia hanno poi risolto il disservizio che riguardava singoli radiatori, monitorando la situazione con il termometro in mano. Termometri sono stati installati anche al Volta, lato succursale, dove altri alunni segnalavano un clima non troppo piacevole. Del resto nella vicina sede centrale a novembre la caldaia faticava a partire. Insomma, non il massimo per stare seduti al banco cinque o sei ore.
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