Carugo, violento litigio in famiglia: in manette finisce la compagna

Lunedì pomeriggio Botte e urla tra conviventi alla presenza della figlia. Lei aggredisce i carabinieri. Arrestata per resistenza

La lite in famiglia finisce con urla, insulti, botte, lividi e l’intervento dei sanitari dell’ospedale. Ma, questa volta, la vittima è il compagno. E in manette, con l’accusa di violenza e resistenza a pubblico ufficiale, è invece finita la donna.

In un contesto di emergenza oggettiva per i casi di violenza di genere, da Carugo arriva una notizia di segno opposto. Nella quale è l’uomo la vittima.

L’intervento dei carabinieri risale a lunedì pomeriggio. Quando, all’interno di un condominio di Carugo, alcuni residenti iniziano a sentire urla e grida provenire da uno degli appartamenti interni, nel quale era scoppiata una violenta lite famigliare.

Quando i carabinieri della tenenza di Mariano Comense sono arrivati sul luogo della richiesta di intervento, in effetti hanno fin da subito sentito le grida. Hanno suonato il campanello all’abitazione da dove le urla arrivavano e si sono ritrovati davanti a una scena desolante di lite domestica

Due conviventi, lei quarantenne, origini peruviane, lui cinquantenne, comasco, che stavano discutendo animatamente il tutto di fronte alla figlia neonata, che piangeva. La più agitata, sulla base di quanto riportato dei carabinieri, era la donna. Che alla vista dei militari si è scagliata contro di loro insultandoli e aggredendoli. Arrivando anche a causare loro ecchimosi e graffi per l’aggressione subita.

A questo punto i carabinieri non hanno potuto far altro che ammanettare la donna, per cercare di riportarla alla calma. Ma la quarantenne, complice anche - probabilmente - un tasso alcolico decisamente elevato, non ha voluto saperne di calmarsi. E, anzi, ha proseguito costringendo i militari a procedere - dopo aver sentito il pubblico ministero di turno in Procura, Antonia Pavan - all’arresto.

Il convivente è stato invece accompagnato in pronto soccorso per farsi medicare: evidenti i lividi e le ferite riportate nel corso della violenta discussione con la compagna. Nonostante questo, l’uomo non ha voluto formalizzare alcuna denuncia nei confronti della quarantenne.

La neonata è stata così affidata al padre, mentre la donna è stata accompagnata nelle celle di sicurezza della caserma di Mariano Comense, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

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