Como e i dettagli per essere un capolavoro

Calcio Il gioco ha incantato avversari e commentatori, anche a Napoli una dimostrazione di bellezza

Applausi, ancora una volta scroscianti. Perchè ormai tutta la serie A, dall’alto al basso, si sta accorgendo di quanto sia bello il Como. E di quanto sia difficile affrontarlo. E forse non è azzardato dire che la squadra di Cesc Fabregas possa veramente ambire a essere la squadra più bella del campionato, dal punto di vista del gioco.

Bello

Ma non si vive di sola bellezza, nel calcio come nella vita. E se certamente la sconfitta di Napoli ha delle attenuanti, che stanno nella forza e nella maturità della squadra di Conte che non a caso sta in testa alla classifica, ci sono indubbiamente dei passi avanti ancora da fare, perchè questo bel castello costruito da Fabregas metta basi veramente solide.

Intendiamoci, di questo Como non si può che dire bene. Ma lo stesso tecnico alla fine della partita ha detto, “la squadra deve capire che non siamo il Barcellona, dobbiamo interpretare meglio le varie fasi di gioco, essere più scaltri nel gestire meglio certe situazioni”. Che riguardano un po’ tutto e tutti, dalla difesa all’attacco.

La nota meno positiva è certamente il numero di gol subìti, decisamente troppi. Ed è relativo il fatto che alcuni di questi siano stati ininfluenti sul risultato – come i due presi a Bergamo o quelli subìti in casa dal Verona -, quattordici reti subìte in sette gare sono tante, una media di due a partita, qualunque sia l’obiettivo che si sta inseguendo. Come peraltro c’è da riflettere sul fatto che al Como siano stati fischiati tre rigori contro di seguito, nelle ultime tre partite. Al di là di errori individuali, il punto è piuttosto un altro. La squadra gioca con enorme intensità quando si tratta di tenere palla, di alzare la pressione, di costruire. Il che rischia di togliere energie e attenzione dall’altra parte. Si vedono, certamente, ottimi interventi da parte dei difensori del Como, tutti quanti. Ma quando arrivano i cali di tensione, c’è una sorta di calo generale. Come è successo a Napoli. E può essere pericolosissimo.

Certo, le reti prese venerdì sono state situazioni particolari: la prima a bruciapelo, la seconda su rigore, e l’ultima quando ormai la partita era totalmente in mano agli avversari. Molto diverse dalla due prese a Bergamo, una arrivata dopo venti minuti di pressione fortissima dell’Atalanta, l’altra su rigore a partita ormai chiusa.

Gol

Da riflettere un po’ di più ci sarebbe sulle due prese con il Bologna, che sono costate la vittoria, e quantomeno sulla seconda subìta con il Verona, tanto per restare alle ultime quattro gare, da quando cioè il Como ha effettivamente dato una svolta in positivo alla qualità e all’intensità del suo gioco. E forse la concomitanza non è del tutto casuale. Serve dosare meglio le energie, fisiche e mentali, anche con una gestione accurata dei cambi, per non rischiare di buttar via tanta bella roba. E’ comprensibile che Fabregas fatichi a toccare un meccanismo così ben congegnato, ma a volte potrebbe essere necessario. Altra nota da sottolineare, il Como per la mole di gioco che produce è ancora poco efficace dentro l’area avversaria. Le conclusioni arrivano spesso da fuori, dal limite, sicuramente anche per le caratteristiche di alcuni giocatori. Un altro aspetto sicuramente migliorabile.

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