
Cronaca / Como città
Giovedì 24 Aprile 2025
Gli ottant’anni dalla Liberazione: «Dobbiamo coltivare l’eredità di pace»
L’anniversario Sergio Simone, presidente del Comitato: «Rilanciare i temi di equità e libertà» - Guzzon, presidente Anpi: «Dobbiamo tener viva la Resistenza e difendere la Costituzione»
Una ricorrenza solenne quella che, domani, ricorda gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo. «È un momento difficile, dobbiamo attaccarci alla memoria».
Sergio Simone, già sindaco socialista della città, è stato designato presidente del Comitato per le celebrazioni dell’80esimo della Liberazione.
«Questo ottantesimo anniversario è molto importante – commenta Simone – perché oggi tanti valori alle radici della Resistenza sono stati dimenticati. Il mondo è in guerra, l’Europa è in crisi. La pace è considerata un elemento ormai secondario, sacrificabile. Nel panorama internazionale vincono le logiche di dominio, le ragioni finanziarie, dall’Ucraina alla Palestina non si contano bombe e morti. La cittadinanza non ha mai raggiunto livelli di disuguaglianza economica e sociale tanto preoccupanti. L’equità, la libertà, l’amore per la vita, abbiamo bisogno di rilanciare questi argomenti e riflettere. Ma soprattutto dobbiamo coinvolgere i giovani, le nuove generazioni. Per dare al futuro una speranza dobbiamo far loro capire quanto i nostri padri e i nostri nonni hanno combattuto per spezzare delle insopportabili catene».
Dopo 80 anni le testimonianze dirette degli orrori della guerra sono rare, difficilmente ci sono anziani che possono raccontare ai nipoti il conflitto, la deportazione, l’invasione. Il prezzo pagato per la libertà, per una pace che in un solo angolo di mondo è durata un breve lasso di tempo nell’arco della storia. Eppure altre guerre bussano alle nostre porte, sono vicine, ogni giorno ne vediamo le immagini, ne ascoltiamo i racconti.
«Chissà chi dopo i nostri nonni si ricorderà di quei giorni che sembrano lontani - dice Manuel Guzzon, presidente provinciale dell’Anpi – quella memoria però non può cadere nel dimenticatoio. È nostro compito farci testimoni di quegli accadimenti e trasmettere alle giovani generazioni i valori della pace e della democrazia. Purtroppo senza memoria stiamo ricadendo in molti fatali e tragici errori. Papa Francesco parlava di una terza guerra mondiale “a pezzi” già in corso e i cui fronti si allargano a vista d’occhio. Avanzano le ideologie che trasmettono odio, l’uso delle armi non ha freni. Dobbiamo invece tenere viva la Resistenza e difendere la Costituzione, quelle leggi che per ottant’anni ci hanno regalato giustizia sociale e serenità». L’imminente appuntamento del 25 aprile non dovrà essere secondo l’associazione nazionale partigiani qualcosa soltanto di simbolico, una celebrazione fine a se stessa. C’è bisogno di passare il testimone.
«Non dobbiamo fermarci alla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, ai fatti storici, ai gonfaloni – dice ancora Guzzon – dobbiamo spiegare in maniera concreta e non sterile cosa accadde e cosa rischia di accadere ancora. Senza nonni dobbiamo colmare il vuoto di memoria ed evitare un salto generazione. È questo un obiettivo irrinunciabile, perché oggi sta conquistando terreno la persecuzione del diverso, il conflitto perenne, l’avversione. Crescono le forze antidemocratiche, le guerre e molti cittadini si sentono turbati e sfiduciati. C’è bisogno di un messaggio di libertà».
Deve insomma resistere una speranza per la pace e per la democrazia. «Il progetto celebrativo dell’80esimo anniversario della Liberazione – così scrive il comitato organizzatore – intende concentrarsi non solo sugli avvenimento locali, a cui va riconosciuto un ruolo fondamentale nella fine del fascismo e della guerra in Italia, ma anche e soprattutto sui valori globali connessi con quegli avvenimenti».
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