Como, i commercianti delusi: «Un Natale triste senza i Balocchi, erano un richiamo forte per le famiglie»

Le feste in cittàIl trasferimento dei Balocchi ha “spento” il centro storico. Tante voci critiche: «Indotto in calo». Ma per qualcuno è meglio così

Il Natale in città è sottotono, lo dicono i commercianti del centro.

Al netto dello stop ai mercatini deciso per oggi in concomitanza della partita, secondo i negozianti la manifestazione natalizia partita ormai da più due settimane sta portando in città molti meno visitatori. Mancano luci e spettacoli, un po’ di clima magico e soprattutto i clienti.

Tutti verso Cernobbio

«Questa edizione di Natale è triste - commenta Silvia Bricola, dal negozio Quintessenza di via Ballarini – lo dicono tutti, colleghi e residenti, è la voce più diffusa. Ci sono poche luci perfino in Duomo. Corre voce che il Comune stia preparando qualche sorpresa all’ultimo, ma ormai non manca molto alla vigilia. Gli spettacoli luminosi erano un richiamo forte, per le famiglie con i bambini in particolare. E infatti tanti stanno andando a Cernobbio a vedere la Città dei Balocchi dove ci sono a poca distanza più attrazioni».

Anche durante il ponte dell’8 dicembre i negozianti non hanno visto folle di turisti. Ieri in verità il movimento in centro non mancava, ma niente a che vedere con gli eventi di Natale pre Covid. «È chiaro, si vede, la differenza con la Città dei Balocchi è tanta – dice Federica Agazzi dal bar Argentino dietro al Broletto – così è triste, fuori dalla vetrina abbiamo messo noi dei festoni per creare più atmosfera. Per Como è un Natale decisamente sottotono».

Dietro alle vetrine c’è chi comincia a farsi i conti in tasca. «Meno luci e meno attrazioni significano meno visitatori e quindi meno passaggio di gente – spiega Daniele Volonté dalla tabaccheria di via Boldoni –. Per noi negozianti più passaggio si traduce in più clienti, quindi maggiori incassi. È un fatto del quale giovano tutti, è l’indotto. Il richiamo delle luci e dei mercatini quest’anno è inferiore rispetto agli anni scorsi. C’è poca roba».

Questo è quanto riferisce la maggior parte dei commercianti. Ma uno zoccolo duro di negozianti non ha mai fatto mistero di digerire controvoglia gli eventi di Natale del passato. Molti commercianti, peraltro in buona parte sostenitori dell’attuale amministrazione comunale, si dicevano infastiditi dalla troppa ressa, dalla confusione portata dalla Città dei Balocchi.

Non solo commercio

«Gli ultimi anni della Città dei Balocchi è vero c’era troppo caos – dice Gabriele Piseri, titolare dell’ottica Ghizzoni - la città era paralizzata e presa d’assalto. Lo dico anche da residente, gli eventi di Natale davano fastidio, erano troppo ingombranti. Ma così in effetti è troppo poco. Bisognava fare una via di mezzo. C’è un po’ troppo buio, anche in zone centrali come piazza Duomo».

Piseri oltre che sostenitore della lista Rapinese è anche amico personale del sindaco. Il giudizio sul cambio dato agli eventi di Natale deciso dalla giunta per molti non è negativo, occorreva però forse andare per gradi. «Noi siamo qui solo per promuovere l’associazione – dice Pierangelo Piantanida, volontario del Wwf da piazza Grimoldi – però si nota, gli anni scorsi l’organizzazione era migliore, anche solo semplicemente le casette dei mercatini erano più belle e attrezzate». Dietro al Broletto in realtà ci sono dei comuni gazebo bianchi. «Verso Porta Torre il Natale è spento – commenta Gianpiero Bianco, dal suo banco di alimentari al mercato –. C’è poco, anche gli scorsi anni sia chiaro tutto era spostato verso piazza Cavour. Quest’anno però molti immagino abbiano guardato direttamente a Cernobbio».

In centro città comunque ieri c’era anche chi cercava con tutte le energie di portare ai comaschi un po’ di vero e sincero spirito del Natale. «Con le parrocchie e la pastorale giovanile stiamo evangelizzando la città – racconta Salvatore D’Agostino insieme ad un gruppo di giovani cattolici – è vero che il centro sembra un po’ più spento rispetto al passato. Ma la tradizione del Natale significa ben altro, non ci sono solo gli aspetti ludici e commerciali».

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