Como, in vent'anni tremila over 80 in più

I dati In città le persone tra i 60 e i 100 anni (o più) sono cresciute del 4%. Resta invariata la fascia tra 13 e 30 anni - Diminuiscono i più piccoli (-1% tra 0 e 13 anni), ma soprattutto sono diminuiti i giovani adulti: -4% tra 2005 e 2025

A Como il numero di persone che hanno più di ottant’anni è ormai vicino al totale di residenti che hanno invece meno di tredici anni. I dati Istat sulla popolazione residente permettono di analizzare questo testa a testa tra le due fasce limite della popolazione: i bambini e i più anziani. I primi, al 1 gennaio 2025, a Como risultano essere 8.488, mentre gli over 80 sono 7.124 e costituiscono rispettivamente il 10% e il 9% della popolazione totale (83.228 abitanti).

Non è sempre stato così. Tornando indietro nel tempo, infatti, ci si accorge che il gap tra i residenti più anziani del capoluogo e quelli più giovani era molto più ampio vent’anni fa. Nel 2005, su un totale di 80.547 residenti, gli under 13 erano 9.102 e gli over 80 4.458, ovvero l’11% e il 6% della popolazione. Il che significa che in vent’anni il numero dei residenti più anziani della città è quasi raddoppiato passando dal 6% al 9% del totale. Il dato è ancora più significativo se si guarda alla fascia di popolazione che ha più di 60 anni: nel 2005 costituivano il 30% della popolazione cittadina, mentre oggi sono arrivati al 36%.

Di contro, sebbene sia rimasta stabile la percentuale di residenti che ha tra i 13 e i 30 anni e che ormai dal 2005 si aggira sempre tra il 17 e il 18%, la quota di persone che invece hanno tra i trenta e i quarant’anni è diminuita. Si è passati da un totale di 12.685 residenti a poco più di 10mila.

Osservando i dati, quello che si nota dunque è come una barriera anagrafica: il numero di residenti nelle fasce di età sopra i 40 anni, dal 2005 a oggi, è cresciuto con costanza, mentre quelli sotto i 40 anni sono diminuiti. Non è una sorpresa, considerando che il calo demografico è uno dei temi all’ordine del giorno delle cronache locali e nazionali, tanto da influenzare anche le scelte politiche delle amministrazioni (emblematico, a Como, il caso della chiusura dei nidi e delle scuole dell’infanzia o elementari).

Ma in questi vent’anni cos’è successo? Per quanto riguarda la popolazione over 80 in città, i numeri sono cresciuti significativamente già a distanza di dieci anni dal dato di partenza del 2005: nel 2015, infatti, a Como si contavano 6.328 persone ultraottantenni. Questa fascia d’età aveva dunque già guadagnato un punto percentuale in più, trasformazione che ha portato con sé la necessità di adeguare i servizi pubblici, a partire dagli ospedali, al nuovo quadro demografico, con tutti i ritardi e i sovraffollamenti dei reparti comuni anche alla cronaca di oggi. La quota di ultraottantenni in città è cresciuta progressivamente: ogni anno, negli ultimi venti, si sono aggiunti a questa fascia d’età tra i cento e i trecento residenti. Il numero dei cittadini più piccoli invece è salito notevolmente tra 2005 e 2015 (il picco è stato raggiunto nel 2014), passando da 9.102 a 9.863, ma bisogna tenere conto del fatto che in questi dieci anni anche il totale dei residenti in città è salito di circa 5mila unità.

Infine, il dato più significativo per capire oggi come stia cambiando la composizione demografica della città riguarda la fascia di persone che hanno tra i 30 e i 40 anni, ovvero chi ha terminato gli studi ed è entrato nel mondo del lavoro. È qui che, accanto alla crisi demografica, si aggiunge la crisi di una città sempre meno attrattiva per questi giovani adulti che, infatti, negli anni sono diminuiti nonostate la fascia immediatamente precedente (13-30 anni) sia rimasta invariata e quella immediatamente successiva (40-60 anni) sia invece cresciuta. In questo gap, infatti, si inseriscono le storie di vita di chi sceglie di lasciare la città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA