Invecchiamo, ma nelle Rsa non c’è posto. Lo trova solo chi paga: gli altri aspettano

Terza età Aumentano rette e posti in solvenza, le liste d’attesa tornano ai livelli pre pandemia - L’Istat prevede 34mila anziani in più entro li 2043. Il sindacato: «Pochi letti per gli Alzheimer»

La popolazione comasca invecchia ma i letti nelle Rsa sono sempre meno accessibili.

Le proiezioni demografiche nei prossimi vent’anni ipotizzano un aumento dei cittadini over 75 e una contrazione dei giovani adolescenti e dei bambini, con una inversione della bilancia che pare diventare inesorabile. Stando ai dati dell’Istat entro il 2043 ci saranno 12.998 giovani in meno nella nostra provincia e 34.155 anziani in più. Eppure le cure fornite alla terza età faticano negli ultimi anni ad irrobustirsi. Per esempio, secondo i dati dell’osservatorio dei pensionati della Cisl Lombardia, i posti letto nelle residenze per anziani nel nostro territorio sono sì aumentati di 200 unità negli ultimi cinque anni, ma di questi solo 31 sono stati messi a contratto e quindi godono della copertura del servizio sanitario. Il sindacato invece nota una crescita dei posti in solvenza, dunque a pagamento. Detto che già le rette di compartecipazione a carico delle famiglie, sempre dal 2019, sono aumentate del 10%.

Sempre secondo la Cisl i posti nei centri diurni integrati sono rimasti al palo, come quelli all’interno degli hospice, i letti nei nuclei Alzheimer sono addirittura diminuiti, anche se di poco. Il tutto a fronte di un ritorno delle liste d’attesa paragonabili a quelle che si vedevano prima della pandemia.

«Sono diversi i nuovi letti aperti in solvenza che si spera vengano messi a contratto dalla Regione – dice Mario Sesana, presidente provinciale di Uneba, ente che rappresenta il maggior numero di Rsa nel Comasco –. Ci sono anche delle vertenze in corso per il pronto riconoscimento. In generale il mercato sta cambiando. C’è un calo dei posti per gli stati vegetativi e gli Alzheimer, gli ospiti sono sempre più gravi e compromessi e i costi per le strutture sono sempre più alti. Il carico assistenziale è sempre più pressante e molte Rsa devono aumentare le rette chieste alle famiglie, a loro volta in difficoltà. Tanta utenza oggi non trova risposte per collocare anziani molto fragili in tempi ragionevoli». Nei prossimi anni, visto l’andamento demografico, il tema diventerà ancor più urgente. «È chiaro – dice ancora Sesana – è un argomento pressante, serve un potenziamento, oppure un ripensamento dei servizi d’assistenza». Vero è che in una città come la nostra in via Sirtori è attesa l’apertura di una nuova Rsa, gestita dal gruppo Korian, con circa 130 posti, da anni in fase di progettazione e costruzione. Sempre a Como la Ca’ d’Industria sta lavorando per realizzare in via Bignanico dei nuovi appartamenti per anziani non autosufficienti, nei ruderi accanto alla residenza Le Camelie. Più in generale la Regione insieme agli enti sanitari del territorio, Ats e Asst Lariana, punta anche sull’assistenza domiciliare, per aiutare gli anziani fragili con percorsi di autonomia.

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