Rapinese lancia la scalata alla Provincia: «Cacciamo i partiti e i loro “inciuci”»

Verso il voto - La prima lista in campo alle elezioni provinciali è quella del sindaco di Como - Lo scoglio però sono le firme tra gli amministratori: ne ha raccolte 30, gliene servono 90

La prima lista a scendere in campo per le elezioni provinciali è quella del sindaco di Como Alessandro Rapinese che si scontra però con lo scoglio iniziale della raccolta firme. A votare non sono i cittadini, ma sindaci e consiglieri comunali attraverso un sistema di voto ponderato nel quale i Comuni “pesano” in base al numero di abitanti. Il capoluogo, ad esempio, vale quindi molto di più (351 punti) rispetto al rappresentate di un piccolo Comune.

Novanta le sottoscrizioni (sempre di sindaci e consiglieri) che deve raccogliere per poter essere formalmente depositata all’inizio di settembre e, da quanto fa sapere lo stesso primo cittadino di Como, attualmente è arrivato a una trentina di cui la metà sono i consiglieri comunali della sua lista nel capoluogo. Sette su 21 non possono sottoscrivere la lista in quanto candidati e si tratta del sindaco, del presidente del consiglio comunale Fulvio Anzaldo e dei consiglieri Loredana Avogadro, Davide Bernasconi, Valentina Introzzi, Aldo Noseda e Paola Zerenga. La strada è tutta in salita anche perché ci sono ancora solo due settimane di tempo. «Per il momento abbiamo una trentina di firme e altri hanno dato la disponibilità e questo significa che ne mancano sessanta. Domani (oggi, ndr) sarà il primo giorno in cui tutti i Comuni hanno a disposizione i moduli per poter firmare, mancano solo Barni e Lasnigo. Adesso per noi è complicato avere un quadro chiaro dei numeri perché gli amministratori possono firmare in autonomia nei propri Comuni. Con questa lista volevamo dare un’opportunità per interrompere l’inciucio dal Pd a Fratelli d’Italia nella nostra Provincia».

E prosegue dicendo: «Da progetto politico è diventata una possibilità concreta, ma è evidente che tutto sta nella volontà dei singoli consiglieri comunali realmente civici che vogliano un’alternativa credibile in Provincia. Se invece vogliono continuare a delegare il governo della Provincia ai partiti, su questo non posso fare nulla». Il primo cittadino comasco aggiunge: «Per quanto riguarda i miei concorrenti, i partiti, stanno silenziosamente continuando ad inciuciare. Il 5 settembre andremo a ritirare i moduli nei Comuni e solo quel giorno sapremo se i consiglieri comunali e i sindaci della provincia di Como hanno voluto un’alternativa ai partiti per la loro provincia. Mi appello ai cittadini del Comasco potenzialmente interessati a questo progetto chiedendo loro di contattare i propri consiglieri comunali di riferimento affinché possano sottoscrivere la lista. Sicuramente non sarà facile, ma nessuno mai prima che succedesse avrebbe detto che sarei riuscito a cacciare i partiti da Palazzo Cernezzi e se ce l’ho fatta a Palazzo Cernezzi posso farcela anche a un chilometro da qui (a Villa Saporiti, ndr)». Nelle scorse settimane era andato in scena uno scontro molto pesante tra Rapinese e il presidente della Provincia Fiorenzo Bongiasca con il primo che aveva parlato di «inciucio più grande della storia» dicendosi pronto a fare «l’ariete per liberare la Provincia» e per tutta risposta, il secondo era intervenuto definendo Rapinese «un incantatore di serpenti che pensa solo al suo ego smisurato».

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