Superiori, boom delle scienze applicate

Le iscrizioni È il più scelto (15%) fra gli indirizzi dello scientifico, ai licei va ancora il 57% delle preferenze - Il provveditore: «Segnali positivi nei numeri dei professionali». L’esperto: «Orientamento ancora insufficiente»

Boom di iscrizioni al liceo scientifico-opzione scienze applicate che raccoglie oltre il 15% degli studenti comaschi, seguito da scientifico tradizionale, linguistico e scienze umane. Male il classico, che ottiene solo il 2,3%.

Numeri buoni per amministrazione, finanza e marketing che sfiora il 9%, mentre tra i professionali l’indirizzo preferito è servizi per la sanità e l’assistenza sociale. Questi i dati comunicati nei giorni scorsi dall’ufficio scolastico territoriale, che traccia una panoramica delle scelte dei ragazzi in uscita dalle scuole medie nella provincia comasca e che a settembre inizieranno le superiori.

Gli indirizzi liceali restano i preferiti, con il 56,8%, seguiti dai tecnici con 30,4%, infine i professionali, fermi al 12,8% ma in salita rispetto all’anno precedente. Ha dunque funzionato solo in parte la spinta verso la formazione tecnica e professionale, ma c’è chi vede il bicchiere mezzo pieno.

«Orientamento efficace»

«Siamo contenti che sia salita la percentuale dei professionali, vuol dire che l’orientamento è stato efficace – sottolinea il provveditore Giuseppe Bonelli - Chiaro che in base ai consigli orientativi, la percentuale di tecnici e professionali dovrebbe essere più alta, ma questo aumento dimostra che le famiglie iniziano a convincersi. Bisogna guardare il bicchiere mezzo pieno, prendiamo il buono che c’è. Si dovrà sempre insistere per evitare dispersione, abbandoni, non ammissioni; la filiera del 4+2 non partirà da noi il prossimo anno, ma c’è l’interesse per il 26/27».

È invece meno ottimista e decisamente più preoccupato Luca Monti, esperto comasco di orientamento. «Il liceo fa ancora la parte del leone – ammette - Il problema vero è l’orientamento che si fa e l’immagine che si ha della scelta precoce, che porta al liceo. Molti ragazzi non sanno cosa faranno da grandi, ma devono individuare almeno due cose: la macroarea che interessa e se sono in grado di sostenere una strada più lunga, fatta molto di teoria con i licei, o più pratica e tecnica con la formazione professionale. A livello di strumenti informativi per scegliere ci sono gli open day, Young, ma manca un orientamento fatto con gli strumenti giusti e partendo almeno dalla seconda media. Fino a diversi anni fa c’era la guida dell’offerta formativa della scuola superiore, bisogna tenere conto che ci sono una cinquantina di indirizzi: per un ragazzo, già solo capire dove sono le scuole e i quadri orari è difficile, deve avere un punto unico di informazioni controllate».

I fondi del Pnnr

Monti aggiunge: «Il Pnrr ha inondato di soldi le scuole, ma durerà fino al 2026 e poi basta, forse l’ideale sarebbe stato un investimento di formazione degli insegnanti ma anche di orientatori fuori dalla scuola, che poi fanno orientamento nelle classi. C’è un problema di strumenti e professionisti, oltre alla normale inclinazione dei ragazzi a spostare in avanti la scelta. C’è anche la tentazione di cercare una scuola facile, ma non c’è una graduatoria di difficoltà, c’è la scuola giusta o sbagliata, solo che poi non si riesce a cambiare: quando cerchi di spostarti, non c’è posto. L’insuccesso formativo e l’abbandono scolastico sono rilevanti a Como, circa il 15%, su una popolazione di 3.000 studenti sono numeri alti. Io sono preoccupato, il trend non è buono».

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