Coronavirus: parte la Fase 3
Ecco cosa si può fare e cosa no

Tra oggi e mercoledì si aggiungeranno tasselli di quotidianità importanti, spesso fondamentali, con un’altra data X sullo sfondo, quella del 15 giugno.

Si può fare tanto, ma non ancora tutto. Perché la normalità è ancora lontana, lontanissima. Tra oggi e mercoledì, però, si aggiungeranno tasselli di quotidianità importanti, spesso fondamentali, con un’altra data X sullo sfondo, quella del 15 giugno.

Con ordine, da oggi, in virtù dell’ultima ordinanza regionale firmata dal governatore Attilio Fontana, riaprono piscine e palestre, ovviamente con rigidi protocolli di sicurezza. Ad esempio: la «densità di affollamento» in vasca è calcolata in 7 metri quadrati di superficie d’acqua a persona, mentre nelle aree solarium ogni ombrellone deve avere 10 mq di spazio; nelle palestre, durante l’attività fisica si dovrà tenere la distanza di due metri. Sarà di nuovo possibile accedere ai parchi divertimento: per i parchi acquatici, si fa riferimento alle norme delle piscine; nei parchi avventura, particolare attenzione è riservata all’utilizzo di tutti quei dispositivi necessari per le attrazioni (per esempio cinghie e caschi nelle pareti di arrampicata); per le attrazioni con posti a sedere, come le montagne russe, dovrà essere osservato il distanziamento minimo di un metro, salvo per i nuclei familiari e conviventi. Al via anche i circoli ricreativi e culturali. Nei ristoranti, sempre da oggi, i componenti dello stesso gruppo familiare o le persone conviventi potranno sedersi al tavolo anche senza mantenere il metro di distanza.

Poi, lo step del 3 giugno. Si potrà tornare a muoversi liberamente tra le regioni, e riaprono anche le frontiere nazionali. Su quest’ultimo punto c’è una precisazione doppia: in ingresso, potranno entrare in Italia per il momento solo i cittadini dell’area Schengen e quelli della Gran Bretagna, mentre per gli altri Paesi si rinvia al 15 giugno; in uscita, la possibilità di lasciare l’Italia è sempre soggetta alle limitazioni in entrata dei Paesi di destinazione (solo una sparuta minoranza ha riaperto gli ingressi, e tra chi lo ha fatto ci sono alcune limitazioni per gli italiani). Col via libera ai movimenti, cade definitivamente l’obbligo di autocertificazione.

Infine, il “traguardo” del 15 giugno: riapriranno i cinema e i teatri anche in Lombardia, con la distanza di almeno un metro “sia frontalmente sia lateralmente” nei posti a sedere, e ripartono anche gli eventi, col numero massimo di 200 persone per gli spettacoli al chiuso e di mille per quelli all’aperto, a patto che si installino “strutture per lo stazionamento del pubblico”.

Cosa resta vietato

Altri elementi conosciuti in questi mesi restano invece saldamente in vigore. La mascherina (o, specifica l’ordinanza firmata da Fontana, «in subordine qualunque altro indumento a copertura di naso e bocca») resta obbligatoria in Lombardia «ogniqualvolta ci si rechi fuori dall’abitazione», insieme a una «puntuale disinfezione delle mani»; l’obbligo non vale per i bimbi con meno di 6 anni e per persone con forme di disabilità «non compatibili con l’uso continuativo della mascherina» e i loro accompagnatori, e non è obbligatoria nemmeno per chi svolge attività motoria o intensa attività sportiva (ma è saldo l’obbligo del mantenimento del distanziamento).

A proposito di distanze, gli assembramenti non sono ammissibili: «In ogni attività sociale», rimarca l’ordinanza, «deve essere mantenuta la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro». Il contatto fisico, che sia un bacio o un abbraccio, resta limitato. Le distanze vanno mantenute anche su mezzi di trasporto privati: in auto le prescrizioni non valgono per i nuclei familiari conviventi, viceversa possono viaggiare solo il conducente e un passeggero sul sedile posteriore (entrambi con mascherina); in moto, il passeggero è ammesso solo se si tratta di persona convivente. I buffet sono ancora proibiti, e in tutti quei posti in cui si prenota (i ristoranti, per esempio, ma non solo) si dovranno dare le proprie generalità per consentire ai gestori di tenere un registro per 14 giorni (serve per il tracciamento). Negli ospedali, prosegue l’indicazione che riduce al massimo la presenza di accompagnatori e visitatori (sono poi le aziende ospedaliere a fissare nel dettaglio le regole d’accesso). Restano ancora chiuse le discoteche lombarde, così come le terme. L’ultima ordinanza regionale, infine, conferma «l’obbligo per i concessionari di slot machine di provvedere al blocco delle medesime».

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