Da Bernasconi a Ferrari. I cognomi più diffusi in Ticino profumano di Lombardia

La statistica E al terzo posto della graduatoria del Ticino c’è Bianchi. Nel resto della Confederazione vince Müller, davanti a Meier e Schmid

Müller nella Confederazione elvetica in generale, Bernasconi se si scende nella Svizzera italiana. L’identità del Paese si racconta anche così, attraverso i propri cognomi. In Svizzera – spiega l’Ufficio federale di statistica - le persone che portano il cognome più diffuso sono 53.686 e si chiamano proprio Müller. Sul podio non mancano i Meier e Schmid: rispettivamente 33.054 e 30.534 persone. Dai numeri si capisce che la varietà è la prima caratteristica che si coglie nei cognomi nella Confederazione. È la prima volta che l’Ufficio federale di statistica (UST) pubblica i cognomi della popolazione per mezzo di una carta dinamica che ne elenca i cinque più diffusi per Comune. Intanto, vengono pubblicati i nomi di battesimo della popolazione e dei neonati: altro spaccato molto interessante.

In generale – osservano gli esperti - Il cognome più comune nella popolazione residente permanente della Svizzera è Müller, seguito da Meier e Schmid appunto. Tuttavia, con circa 54.000 persone, i Müller costituiscono solo lo 0,6% della popolazione totale della Svizzera (8,7 milioni). Ciò conferma che nella Confederazione la varietà di nomi è elevatissima: tradotta in cifre, siamo a un totale di oltre mezzo milione di cognomi diversi, fermo restando che le diverse grafie sono contate separatamente, precisa sul metodo il team di esperti.

Müller rappresenta il cognome più diffuso nella Svizzera tedesca (49.602 persone). Mentre quello prevalente diffuso nella Svizzera francese è da Silva (10.220 persone), nella Svizzera italiana Bernasconi (2.322 persone) e nella Svizzera romancia Derungs (240 persone). Non di solo Bernasconi vive però la Svizzera italiana. In Ticino, il secondo cognome diffuso è Ferrari, 1.301 persone. Perché è significativo? Perché si tratta anche di un cognome particolarmente presente in Lombardia. Quindi anche il nome familiare racconta del legame storico delle nostre aree. Se qualcuno potesse dubitarne, affiora un altro caso: Bianchi è infatti il terzo cognome ticinese, e va forte anche in Italia. Siamo a 1.281 e con una ventina di casi sotto si trova Rossi. Scendono sotto quota 800 Fontana, Crivelli e Galli. Sopra quota 600 Cattaneo, viaggiano sopra i 500 Colombo, Rezzonigo e Cereghetti. Sopra i 400, da Silva, Corti, Riva e si arriva finalmente a Müller.

E Zurigo è appunto la capitale di questo cognome, seguito da Meier e Keller. Ma cosa succede nelle singole città? Anche qui il predominio è molto relativo, nel senso che le cifre narrano una estrema differenziazione di nomi. Prendendo Bellinzona, è Rossi il leader, con 215 nomi. Seguito da Guidotti, Bernasconi, Grossi e Ferrari. Per dare un’idea, quest’ultimo cognome ha solo 135 iscrizioni. Una curiosità, in fondo alla classifica con poco più di 40 casi ci sono -a risalire – Schmid, Pellandini e Papa. In mezzo qualche nome di origine straniera, dai Balcani al Sudamerica.

Cadenazzo sfoggia un avvio calcistico, con Caccia, Albertoni e poi Boiardi: siamo nell’ordine della trentina ciascuno. Lugano parte in quarta con i Bernasconi, sopra i 400, dimezzati i Bianchi seguiti a una trentina di punti di distanza dai Rossi. Al decimo posto arriva il primo nome di origine straniera, extra italiano. Antonini, Fernandes, Gilardi e Pedrazzi chiudono la graduatoria con 38.

Se ci fermiamo a Mendrisio, il fenomeno è simile in cima alla classifica. Non c’è storia, i Bernasconi sfiorano i 300, i Bianchi stanno a onorevole distanza – 140 – e i Croci superano i Rossi, anche se incombe sempre Ferrari. Ancora, a Chiasso i Bernasconi viaggiano sopra gli ottanta, seguiti da Bianchi – anche qui si assiste a un dimezzamento – e Colombo. Chiudono una serie di cognomi a sette punti, tra cui Valsangiacomo e Zappacosta, ma anche Skoko.

C’è un’altra curiosità, fotografata cinque anni fa da Ticinonews. Oggi assume un impatto diverso, ma allora si diceva allora: se il ticinese Ignazio Cassis o il ginevrino Pierre Maudet dovessero essere eletti in Consiglio federale, sarebbe una prima storica per la Svizzera. Questo proprio in virtù del cognome che non è mai stato portato da nessuno svizzero prima del Novecento. Ma c’è un’altra, più generale peculiarità: sui 116 consiglieri federali eletti dal 1848 ad oggi, solo sei avevano cognomi per così dire “non svizzeri”. Eppure tutti provenivano da famiglie naturalizzate prima del 1900, lo ribadisce il politologo ticinese Nenad Stojanovic, che ha approfondito il tema insieme alla collega Lea Portmann.

Non è mancata un’analisi in casa del futuro presidente: i primi Cassis invece sono stati naturalizzati nel 1908, a Cadenazzo. Insomma, storici anche se il cognome esita. Chi desidera ricercare la storia delle propria famiglia, troverà senz’altro un aiuto negli archivi del luogo o del cantone di origine. All’Archivio federale svizzero sono conservati soltanto documenti sui privati cittadini che sono venuti in contatto con l‘amministrazione federale, ad esempio perché erano dei rifugiati o perché sono emigrati, spiega la Confederazione.

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