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Giovedì 07 Marzo 2024
Da Como a Milano (e non solo per lavoro): ecco quanto ci “muoviamo”
L’indagine È abituato a spostarsi il 56% della popolazione lombarda. Per un totale di 5 milioni e 600 mila unità. L’occupazione primo motivo
La Lombardia regione che si muove e “muove” lavorativamente e non solo. Da Paesi lontani e non solo. In tema di spostamenti, vediamo due fenomeni. Quelli di persone che si recano in questa regione per lavorare dall’estero, senza tralasciare di fotografare invece come si spostano per la medesima ragione gli abitanti delle sue diverse province. C’entra poi anche lo studio.
La fotografia
Nel primo caso, una fotografia di Polis viene dai dati relativi alle rimesse. Vediamo in particolare quelli del 2022. Parliamo di cifre alte, il valore delle rimesse dei lavoratori stranieri verso l’estero allora ha raggiunto i 1.854 milioni di euro, confermando la crescita. Circa la metà – per la precisione, il 49% del totale per un valore di 917 milioni di euro - proviene dalla provincia di Milano. A contribuire in maniera più importante è l’Asia.
La tendenza non ha subìto alcun rallentamento neanche dopo i danni economici provocati dalla pandemia. Dopo Milano, si distingue la provincia di Brescia, con il 13% (242 milioni), quindi Bergamo con il 9% (168 milioni), Monza e Brianza con il 6% (118 milioni). La Fondazione Leone Moressa, con un’elaborazione su dato Banca d’Italia, evidenzia che Como registra 61 milioni, pari al 3,3% regionale. Se è calata del nel giro di un anno dell’1,8%, il trend nel quinquennio mostra un +43,5%. Il record nei cinque anni è di Sondrio (+54,3%, -0,8% nell’ultimo anno), seguita da Varese (+53,7% e -2,1%).
In Lombardia, appunto, a distinguersi è l’Asia, ma sta salendo il volume di rimesse verso i paesi africani. Piuttosto stabili nel tempo quelli verso l’America Latina e verso altri paesi europei.
Il caso Bangladesh
A livello italiano, il volume totale si mantiene sopra gli 8 miliardi: rispetto al 2017, +44,9%. Primo Paese il Bangladesh, con 1,2 miliardi di euro, pari al 14,6% del totale. Lo seguono Pakistan e Filippine. Calano i flussi verso l’Est Europa, (-18,1%), Albania (-9,6%) e Moldavia. Crolla l’Ucraina e giù anche le rimesse della Cina.
In Piemonte, restando dunque nella regione insubrica, le rimesse sono pari a 498 milioni di euro (settima posizione in classifica), in calo del 3,5% nell’anno, ma si supera la Lombardia nell’incremento quinquennale: 56,6% contro 40,9%.
Con quale dinamica nelle province? Più della metà è generata in provincia di Torino, ovviamente: 282 milioni. Un incremento fortissimo in cinque anni, ovvero del 72%. Segue Cuneo con 67 milioni e Novara con 50: quest’ultima provincia ha il calo più forte nell’anno, ovvero del 6,6%. Da notare Asti che ha solo 17 milioni di rimesse, ma è l’unica a registrare un incremento anche nell’ultimo anno, pari all’1%.
All’interno
Tornando in Lombardia, vediamo però anche come ci si sposta anche all’interno della regione stessa. Qui il riferimento è il censimento, che ci riporta all’anno prepandemico, ma con rivelazioni interessanti.
Rispetto al 2011 – mostra Polis - nel 2019 gli spostamenti quotidiani per studio e lavoro erano in crescita: 30.214.401, ovvero circa la metà delle persone residenti, ne erano toccati (+4,7% in otto anni). La Lombardia aveva il 56% della popolazione in movimento (oltre 5 milioni e 600 mila persone), e si piazzava dopo il Trentino Alto Adige (56,5%). L’occupazione è la prima motivazione: 67,9% contro il 66,4% del 2011. Questo appunto in Lombardia e nel Nord, perché nel Sud la calamita è lo studio.
Tra le province lombarde, la percentuale di chi si sposta quotidianamente per motivi di studio si distingue nelle province di Varese e Como (30,9% e 30,8%); il lavoro “muove” Mantova e Pavia (71,7% e 71,6%).
In Lombardia la quota di spostamenti fuori dal comune di dimora abituale è elevata (57,1%). La provincia con la quota più significativa di spostamenti fuori dal comune è Monza Brianza con il 68%, quella con la quota più elevata di spostamenti interni al comune di dimora abituale è Milano (53,8%).
Ancora, la quota di chi si muove entro il comune tra coloro che si spostano per motivi di studio è quasi doppia rispetto alla stessa parte tra coloro che si spostano per motivi di lavoro (62,7% contro 34,5%).
Quasi la metà di chi parte per Milano (42,5%) lo fa prima delle 7.15. Aumentano però negli anni coloro che escono più tardi, alle 8.15. Come aumenta la durata media dello spostamento: dai 51,9 minuti del 1991 ai 56,9 minuti del 2011.
Un dato recente e interessante comunicato un mese fa da Regione Lombardia: nelle università, il 33% degli studenti giunge da altre regioni e l’8% dall’estero.
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