Dazi, è il giorno: «Ma Como sa reagire»

Tariffe Usa Dalla provincia 444 milioni di euro di export verso gli Stati Uniti, l’arredo il settore più esposto (22%)

Il D-Day dei dazi per l’ingresso delle merci negli Usa è oggi. Como è esposta soprattutto per l’arredo che assorbe il 22% delle esportazioni totali verso gli Stati Uniti. Sono importanti anche le quote di metallurgia, metalli e macchinari che sono destinati Oltreoceano per il 17% dell’intero export Como – Usa, mentre i prodotti tessili costituiscono il 12% di questa importante quota di mercato estero, secondo l’analisi in esclusiva del Centro studi della Camera di commercio di Como e Lecco.

Lo scenario è rapidamente mutato per le imprese comasche che, già molto esposte verso l’export, dovranno investire in internazionalizzazione per intercettare nuovi mercati che possano compensare le perdite sul fronte Usa.

Strategie

È questa una delle direzioni suggerite per mitigare i danni da Roberto Galli, presidente Confartigianato Como: «Con l’entrata in vigore dei nuovi dazi, le aziende potrebbero adattarsi e rivolgersi a mercati alternativi, cosa che già sta accadendo. Ma la preoccupazione è alta, non solo perché questi cambiamenti colpiranno in modo trasversale tutti i settori, ma perché la nuova situazione avrà effetti diretti sul costo dei carburanti e dell’energia elettrica, generando aumenti generalizzati». Il timore è che si inneschi un effetto domino sui prezzi, con aumenti estesi anche alle materie prime che l’Italia importa.

«Ma le aziende sapranno reagire – aggiunge Galli - soprattutto nel contesto artigianale e imprenditoriale italiano. La nostra caratteristica distintiva è la capacità di adattamento e l’abilità di cambiare in base alle dinamiche di mercato. Dopo una prima fase di analisi e valutazione delle ripercussioni economiche, ogni settore cercherà le soluzioni più vantaggiose. Probabilmente ci sarà particolare attenzione per il mercato europeo e una certa cautela verso quello americano, dato che i dazi incideranno sul costo finale dei prodotti».

Subito problemi all’orizzonte

Con un totale di 444 milioni di euro di esportazioni verso gli Stati Uniti, il mercato americano resta il principale interlocutore per molte produzioni dei nostri territori e il più consolidato, oltre ai Paesi Ue, quindi rimarrà un punto di riferimento irrinunciabile con inevitabili disequilibri nella fase di entrata in essere dei dazi.

«Il problema si presenta per gli ordini già acquisiti – spiega infatti il presidente di Confartigianato Como - chiunque abbia un contratto in corso dovrà portarlo a termine e gestire l’aumento dei costi derivante dai dazi Ci aspettiamo che insorgano problemi con i clienti che hanno ordinato dall’America. La nostra preoccupazione è che, se le aziende decidessero di spostare gran parte delle loro attività dal mercato americano verso altri, ciò potrebbe aumentarne la concorrenza.

Se, per esempio, fino a ieri due aziende per la stessa tipologia di prodotto esportavano in Germania, oggi altre potrebbero decidere di spostarsi dal mercato Usa a quello della Germania, finendo per ritrovarsi in una situazione di sovrapposizione su quel mercato. Mi aspetto quindi che emergano problemi legati a questa nuova concorrenza. Le nostre speranze sono di due tipi – conclude Galli – da un lato auspichiamo che non ci sia un ulteriore impatto sui tassi di interesse e sul Pil di produzione. Avevamo iniziato un trend che poteva essere positivo. L’altra speranza è che nel giro di qualche mese possa esserci un ripensamento da parte americana e si possa aprire una trattativa».

© Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA