
Cronaca / Como città
Venerdì 25 Aprile 2025
Don Vanotti e l’incontro con il Papa: «Francesco voleva venire a Como»
Il ricordo Don Vanotti, direttore dell’Ufficio per la Catechesi, ricevuto tre volte dal Pontefice. «Mi invitò a trasmettere la fede in dialetto, attraverso “la lingua che viene dal cuore”, disse»
Como
La pastorale della semplicità. E quel «Un giorno mi piacerebbe venire a Como» che, per forza di cose, ora non potrà più essere realizzato. Sono questi i ricordi di Papa Francesco che porta nel cuore don Francesco Vanotti, direttore dell’Ufficio diocesano per la Catechesi, nonché delegato per lo stesso ambito a livello di Conferenza episcopale lombarda e collaboratore dell’Ufficio catechistico nazionale in seno alla Cei.
Il sacerdote – impegnato anche come collaboratore nelle parrocchie cittadine di San Giorgio e San Salvatore – negli ultimi anni ha incontrato il pontefice «in tre occasioni: ricordo in modo particolare la prima volta, il 30 gennaio 2021, quando accolse la consulta nazionale dell’Ufficio catechistico. Allora rivolse a noi presenti parole molto profonde, che ho scelto di riprendere in alcune mie pubblicazioni e durante varie formazioni, con l’invito a essere “artigiani di comunità” rivolto a tutti i catechisti».
La stretta di mano
All’inizio del 2021, come si ricorderà, «eravamo ancora in piena pandemia, in un contesto non certo semplice. Ma Papa Francesco volle farci una sorpresa: incontrare personalmente tutti i presenti, a uno a uno, stringendoci la mano. Ricordo ancora l’emozione di quegli istanti, una situazione di grande tranquillità e pace», prosegue don Vanotti.
«Mi chiese quale fosse la mia Diocesi di provenienza. Dopo avergli detto Como, mi confidò che gli sarebbe piaciuto, un giorno, venire in visita alla nostra Chiesa». E non è da escludere che questo suo desiderio – senza la malattia – sarebbe potuto divenire realtà, se si considera la particolare attenzione che riservò alla Diocesi lariana, dopo l’uccisione di don Roberto Malgesini.
«Nel cuore, più di tutto il resto, porterò il ricordo del suo pensiero sulla catechesi, che ho cercato di riprendere in alcuni testi. Questo Papa ha dato una spinta, con uno stile molto particolare, all’evangelizzazione, tappa essenziale per una Chiesa sinodale e in uscita», secondo le espressioni care al pontefice.
Comunicare la fede
In proposito, «mi fa piacere ricordare anche quelle immagini molto colorate che, in questi anni di pontificato, Francesco ci ha regalato, parlando – ad esempio – di Chiesa “ospedale da campo” oppure del Vangelo della gioia: espressioni molto semplici, ma profonde, per comunicare la sua proposta di comunità ecclesiale nel nostro tempo».
Oppure, ancora, l’invito a trasmettere la fede “in dialetto” alle nuove generazioni. Cioè, «quella lingua che viene dal cuore», per usare le sue stesse parole.
«Utilizzò quest’espressione per dire che è necessario oggi recuperare più che mai il contatto fra la fede e la vita e le modalità di comunicare la fede», ricorda don Vanotti. L’annuncio del messaggio cristiano «deve avvenire in un modo comprensibile alla cultura e al linguaggio dell’uomo di oggi: è il tema dell’inculturazione della fede».
Riprendendo ancora l’incontro con l’Ufficio catechistico nazionale di gennaio 2021, don Vanotti ricorda come «diede di fatto avvio, in tale contesto, al cammino del Sinodo in italia, incoraggiandone la partenza. Ancora adesso siamo dentro questo processo, per cui abbiamo molto materiale per vivere e mettere in pratica la sua eredità».
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