Filippo Caccamo: «Una scuola da ridere ma anche da amare»

Intervista Il comico domani sera al Sociale di Como con il suo spettacolo umoristico “Le Filippiche - Atto finale”

Ci aspetta un lunedì sera all’insegna della risata, domani, alle 20.30, al Teatro Sociale di Como. Per la rassegna Prosa Open organizzata in collaborazione con MyNina Spettacoli, arriverà, sul palco della sala cittadina, lo spettacolo “Le Filippiche - Atto finale”, di e con Filippo Caccamo.. Si tratta del giovane comico che ha sbancato i social con la sua divertita e autoironica rappresentazione del mondo della scuola. I suoi spettacoli vengono definiti “i più grandi collegi docenti d’Italia” e non è solo un modo di dire perché Caccamo, ad ogni tappa del tour, attira centinaia di spettatori tra cui davvero moltissimi lavoratori del mondo scolastico.

I biglietti per assistere allo spettacolo costano da 34 a 25 euro più prevendita e sono in vendita online su www.teatrosocialecomo.it e alla biglietteria del Teatro, che risponde allo 031/270170. Conosciamo meglio il protagonista in scena che, con il suo schietto umorismo, le parodie e le imitazioni ha conquistato il pubblico.

Filippo, anche a Como, lei porterà il suo show che racconta i docenti e la loro avventura tra i banchi…

Sì. Questo spettacolo, idealmente, è la sintesi del percorso che ho fatto intorno al mondo della scuola, a partire dai post pubblicati sui social fino ai teatri. È stata avvero un’avventura fantastica che mi ha fatto conoscere dal pubblico in tutta Italia. Sento intorno a me un affetto incredibile, di cui suono profondamente grato. Ora però è anche venuto il momento di cambiare e chi mi segue sui social, il mio banco d’osservazione preferito, sa che sto lavorando anche su altre situazioni comiche.

La scuola è stata il suo “bersaglio” preferito ma, diciamolo subito, lei racconta un mondo che conosce benissimo, essendo insegnante a sua volta…

Certo. Credo che aver raccontato la scuola da insegnante e con profondo rispetto per tutto ciò che la scuola significa, sia stata la chiave per far breccia nel cuore del pubblico.

Come nascono i personaggi cui lei dà vita, dall’applicato di segreteria al collaboratore scolastico, fino alla mitica Carla?

Attingo ai miei ricordi e alle esperienze che mi sono capitate. Inoltre, per me, è importantissimo lo scambio con chi mi segue sui social e commenta ciò che pubblico. Una bella fonte di ispirazione.

Lei è figlio di un dirigente scolastico. Cosa pensa di questo suo racconto della scuola?

Sì, è vero, sono figlio di preside! Lui, da buon calabrese classe 1960, non è di molte parole. Non è il classico padre che si vanta del figlio o lo sponsorizza. Devo però dire che non mi ha mai ostacolato e che ha sempre rispettato le mie scelte.

Come si è avvicinato al palco?

Sono un completo autodidatta. Metto a reddito la mia natura di giullare (ride)! Non ho formazione da attore ma sento davvero il rispetto per il palcoscenico. Regalo la mia vita al palco.

Cosa farà Filippo Caccamo, da grande?

Vedremo dove mi porterà tutto questo. Spero di riuscire a mantenere la freschezza degli inizi anche sulla lunga distanza. Vorrei che tutto rimanesse proprio così come è ora. Ci metterei subito la firma!

Sul palco lei racconta, canta, coinvolge il pubblico…

In fondo, io resto sempre Filippo, un ragazzo di Lodi che ama stare con gli amici e scherzare. Solo che qui lo faccio davanti a tantissime persone.

Oltre a recitare, lei ha scritto, per Mondadori, il libro “Maledetta prima ora”…

È stata una bella esperienza, per la quale ringrazio l’editore. Un’operazione di cuore in cui metto su carta proprio tutta questa storia d’amore tra me e la scuola.

Pensa che le sue storie divertenti abbiano contribuito a cambiare la vulgata spesso negativa sul mondo dell’istruzione?

Non spetta a me dirlo, ma io racconto le cose divertenti, le difficoltà, ma anche i lati nobili di quello che per me resta un porto sicuro, un luogo importantissimo per la crescita della comunità.

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