L’avvocato, il dentista e il barista: ecco i clienti degli spacciatori in manette. Fiumi di cocaina alla Como degli insospettabili

L’inchiesta Blitz della squadra mobile. Il quartier generale dello spaccio una casa in viale Lecco. Dalle intercettazioni un lungo elenco di insospettabili acquirenti fissi dello stupefacente

«Ciao dottore, tutto bene? Abbiamo una riunione d’ufficio urgente adesso... Sono con il mio socio. Siamo in due. Noi due teste di... lui poi deve andate dalla donna». «Io sono al bar». «Dai passa tu in ufficio che abbiamo da fare». La consegna tanto urgente di cui parlano gli interlocutori, da fare prima di «andare dalle donne», è fatta solo ed esclusivamente di polvere bianca. Cocaina.

Da una parte il pusher, noto come “Gentile”, anche se di nome fa Stilian Zabzuni, 53 anni, albanese sposato con una donna italiana, Monica Comi, 40 anni. Dall’altra parte due professionisti con ufficio in città, acquirenti della droga. Cinquanta euro per mezzo grammo di coca. Solo una piccola parte dello stupefacente che partiva da un appartamento di viale Lecco - quello abitato dalla coppia appena citata - per raggiungere all’occorrenza piazza Vittoria, piazza Verdi, l’esterno dei locali notturni e della movida cittadina. Fa impressione l’ultima operazione della squadra Mobile di Como, ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice Carlo Cecchetti su richiesta del pubblico ministero Giuseppe Rose eseguita nella giornata di lunedì. Marito e moglie sono finiti in carcere accusati della fiorente attività di spaccio che ruotava attorno a quei locali di viale Lecco dove avveniva la gran parte delle transazioni. Ma fa impressione l’elenco degli acquirenti, tutti italiani, benestanti, spesso noti, che non mancavano una volta alla settimana di suonare il campanello per chiedere il mezzo grammo di coca e consegnare i 50 euro in contanti.

Una ventina gli acquirenti stabili, che candidamente hanno ammesso di rifornirsi almeno una volta alla settimana in un appartamento di viale Lecco che aveva anche una “succursale” in piazza San Rocco

La misura cautelare in carcere abbraccia un arco di tempo compreso tra il mese di marzo del 2021 e il marzo scorso. Tantissime le cessioni monitorate, tantissime le persone sentite dagli agenti di polizia in quanto acquirenti della coppia di presunti spacciatori del centro città. I due arrestati nelle prossime ore verranno sentiti dal giudice che ne ha firmato l’ordinanza. Ma quello che rimane sulla pelle, nell’apprendere di questa ennesima storia di malavita, è la quantità di stupefacente che girava tranquillamente per la città, fuori dai locali notturni, negli uffici dei professionisti, tra le mani dei giovani. Solo il capo di imputazione contiene una ventina di acquirenti stabili, che candidamente hanno ammesso di rifornirsi almeno una volta alla settimana in quell’appartamento di viale Lecco che aveva anche una “succursale” in piazza San Rocco.

Facile immaginare, se questi sono i “pesci piccoli” rimasti nella rete, quanti altri nuotavano attorno nel lago prima dell’operazione della Mobile che già nei mesi scorsi aveva interrotto questo traffico. Persone che avevano anche dichiarato di aver letto dai giornali dei precedenti problemi con la giustizia della coppia, da tutti conosciuta per quella sorta di take-away della cocaina che avevano avviato in città, sempre stando al quadro ricostruito dagli inquirenti. Chili di cocaina che passavano dal centro. Bastava arrivare in viale Lecco, previo appuntamento o contatto via whatsapp, e «in trenta secondi» tutto era fatto. O al massimo, come dimostra l’intercettazione pubblicata qui sopra, chiamare per una consegna a domicilio tra riunioni in ufficio urgentissime.

© RIPRODUZIONE RISERVATA