Folla al funerale di mamma Barbara. «Abbiamo tutti un macigno sul cuore»

Novedrate I compagni di classe della figlia hanno fatto sentire forte la propria presenza. La donna, 49 anni, colpita da un malore purtroppo fatale fuori dalle medie di Carimate

Davanti al dolore della perdita, davanti a una bambina che non ha più accanto la propria madre, oggi è importante accompagnarla, non lasciarla sola, perché possa tornare a godere delle gioie grandi e piccole della vita. Ognuno è chiamato a farlo come può, e i suoi compagni di classe, ieri, hanno fatto sentire forte la propria presenza, tra i banchi della chiesa parrocchiale di San Donato e Carpoforo, dove si sono celebrati i funerali di Barbara Bergna, la donna di 49 anni che lo scorso mercoledì, mentre si trovava fuori dalle scuole medie di Carimate per riprendere la figlia, è stata colpita da un malore che si è rivelato fatale. Perché per reagire a un dolore simile, ha sottolineato don Alberto Colombo, «a sostenerci ci sono solo la forza dell’amicizia e quella della parola di Dio».

Due comunità in lutto

Un lutto che è piombato alla vigilia di Pasqua sulle due comunità coinvolte, quella novedratese e quella carimatese. In tanti, ieri mattina, sono arrivati per stringersi attorno al marito Antonello Contartese, medico diabetologo già in forze all’ospedale Felice Villa, alla sua bambina, Noemi, a tutti i familiari. In quella stessa chiesa dove i fedeli avevano imparato a riconoscere il viso gentile di Barbara Bergna, originaria di Cantù e che lavorava in uno studio commercialista a Mariano Comense, quando saliva sull’altare per le letture durante la celebrazione della messa.

Uno dei tanti ricordi affettuosi che i familiari hanno condiviso con don Alberto per descriverla: «È a quelle cose che ora dobbiamo guardare – ha sottolineato – ad amare ancora il mare, la gita della domenica, appassionarsi guardando insieme una serie tv». Il responsabile della pastorale di San Paolo della Serenza ha celebrato il rito con don Giancarlo Brambilla e dall’altare si è rivolto ai compagni della figlia della donna, la classe seconda media, arrivati accompagnati dai docenti del plesso carimatese ma anche dal dirigente dell’istituto comprensivo di Figino, Carimate e Novedrate Vincenzo Iaia e dalla collaboratrice dirigente Maddalena Pappalardo. Vicini all’amica con semplicità e tenerezza, commossi e un po’ smarriti, nella propria giovane età, di fronte a un evento così irrimediabile.

«Viviamo pienamente»

«Tutti noi abbiamo dei macigni sul cuore – ha detto don Alberto – anche voi li avete. La paura di restare soli, di non essere accettati dagli amici, di chi è violento. Chiediamo al Signore di aiutarci a farli rotolare via, per vivere la vita pienamente».

La loro presenza, ha proseguito «è preziosa, perché non dice solo io sono qua, ma io voglio accompagnarti». La scorsa settimana Barbara Bergna, che viveva con la famiglia al Villaggio Veneto, era arrivata a bordo della sua Fiat Panda alla scuola media di via Aldo Moro. Quando la figlia era salita in automobile aveva visto che la madre era stata colpita da un malore, chiedendo subito aiuto, e si era cercato di rianimarla anche con il defibrillatore semiautomatico. L’elicottero del 118 l’aveva trasportata all’ospedale Manzoni di Lecco, dove era stata ricoverata in Rianimazione, ma in serata era stato dichiarato il suo decesso.

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