Fornitore Offresi. Arriva l’ecodesign per il legno arredo
Lariofiere Il focus sulla nuova normativa europea - Un percorso che parte dal progetto e coinvolge i fornitori
Passaporto digitale, requisiti ambientali da rispettare e nuovi standard. Sui prodotti nuovi la via sembra più semplice, ma su quelli iconici?
A Fornitore Offresi, è stato organizzato un incontro sul nuovo regolamento Ue dedicato all’ecodesign che definisce i requisiti che i prodotti dovranno avere per migliorare la propria sostenibilità ambientale.
«All’interno si trova anche il passaporto digitale che permetterà attraverso un QrCode di conoscere la storia del prodotto, permettendo al consumatore di valutarne la sostenibilità – ha spiegato Marco Capellini di Matrec Srl – Il regolamento verrà applicato a tutti i prodotti, esclusi alimentari, medicinali e veicoli».
La Commissione europea ha inoltre stilato una lista dei “prodotti prioritari”, quelli per i quali è più urgente applicare la normativa: tessile, mobili, ferro e acciaio, alluminio, vernici, prodotti legati all’energia e all’information technology. «I prodotti dovranno avere determinate performance ambientali tenendo conto di una serie di requisiti, tra i quali: la durata, l’affidabilità, la possibilità di manutenzione, la riparabilità, l’impronta di carbonio e la produzione prevista di rifiuti - ha proseguito Capellini – Significa che nel momento in cui andrò sul mercato con una nuova seduta per esempio, dovrò dichiarare tutte queste informazioni obbligatorie e dimostrabili».
Il regolamento verrà approvato dalla Commissione nel 2024, seguiranno gli atti delegati, documenti specifici per ogni settore, l’entrata in vigore dovrebbe avvenire al più tardi tra il 2027 e il 2028, ma gli Stati membri possono anticipare l’applicazione. Le aziende che lavorano con l’estero potrebbero doversi attrezzare prima delle altre e a cascata anche tutta la loro catena di fornitori.
«Le aziende si devono preparare ad affrontare questo regolamento – ha sottolineato Massimo Malacrida dello Studio Malacrida design, moderatore dell’incontro - Questa normativa non nasce oggi, tante imprese hanno già modificato e corretto il ciclo produttivo in questi anni».
«Vediamo scenari e livelli di attenzione diversi, alcune realtà sono molto allineate, altre fanno più fatica e se non hanno un supporto rischiano di arrivare al momento dell’applicazione impreparate – ha affermato Fabrizio Foglia, Csr manager LifeStyle Design - A livello di gruppo stiamo realizzando linee guida di circular design, per orientare le aziende. Già dall’ideazione devono porsi la domanda: questa è la soluzione più sostenibile che posso adottare? Un percorso che deve essere portato avanti insieme alla catena di fornitura».
Alcune imprese si sono già in gran parte adeguate, come racconta Daniela Pepe di Mondo Espansi: «Ci sono aziende che stanno cercando sul mercato partner sostenibili. Ricercano prodotti e materie prime che possono sostituirsi ai materiali tradizionali. Abbiamo ricevuto diverse richieste di imprese che ci coinvolgono direttamente in ricerca e progettazione di prodotti sostenibili. Si tratta di un cambiamento radicale, non è stato semplice adattarsi alle nuove regole, che si stanno per altro ancora scrivendo, ma è uno sforzo che è necessario fare».
Lo scenario normativo si presenta come un mare magnum profondo, dove le direttive spesso si accavallano creando situazioni comprensibili solo agli esperti legislativi: «Le pmi fanno fatica senza una consulenza esterna – ha aggiunto Foglia – Stiamo strutturando un percorso con i fornitori per trovare le soluzioni migliori, ricordandoci sempre che la sostenibilità la paga il consumatore finale, può essere un extra costo, ma non il triplo, bisogna trovare un equilibrio».
Nel corso dell’incontro è stato sollevato il tema dei prodotti che le aziende hanno in catalogo magari da quarant’anni: «Sul nuovo progetto la procedura è più lineare, ma i prodotti iconici non possono essere stravolti, bisogna riuscire a calibrare con piccoli accorgimenti da inserire nel processo produttivo» ha evidenziato Malacrida. Della stessa idea Capellini: «Il regolamento non dice: buttate tutto quello che avete fatto fino a oggi, ma magari si possono apportare dei miglioramenti. L’invito è quello di iniziare un percorso di transizione che permetta alla filiera e ai fornitori di farsi delle domande: come siamo messi?».
© RIPRODUZIONE RISERVATA