Giustizia, sui minori cambiano le regole ma «Como non è pronta»

La riforma La Cartabia taglia i tribunali per i minorenni. Allarme della presidente del palazzo di giustizia lariano: «Un silenzio assordante sulle tutela di questi ragazzi»

Sulla tutela dei minori «c’è un silenzio assordante». Lo ha detto ieri la presidente del tribunale di Como Paola Parlati, durante il convegno organizzato in Camera di Commercio dal Coordinamento comasco minori. Le ha fatto eco la presidente del tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, prendendo spunto dalla riforma Cartabia, che prevede proprio l’abrogazione dei tribunale per i minori e la progressiva unificazione delle procedure.

La capacità di rispondere

«C’è una disattenzione grave verso il mondo minorile – ha detto Maria Carla Gatto – mentre il disagio in questa fascia della popolazione è in forte aumento e oggi si traduce in devianza. Dobbiamo smaltire un grande arretrato. Per i pericoli relativi all’incolumità abbiamo procedure urgenti, indifferibili. Per altri temi invece sono previsti più passaggi e udienze. Ad esempio, davanti all’abbandono scolastico i nostri tribunali in quanti anni rispondono? Le segnalazioni non hanno senso se nel frattempo il minore viene bocciato e si allontana dalla scuola».

In assenza delle famiglie sulla dispersione la scuola deve quindi assolvere ad un ruolo fondamentale. Deve vigilare.

La presidente Gatto si è detta preoccupata anche per la futura capacità di risposta rispetto ai reati e alle incombenze più urgenti, in un’ottica di tutela dei minori. Le procedure verranno decentrate ai tribunali sparsi nelle varie province, a costo zero, dovendo fare i conti con una cronica mancanza di magistrati. Molti Comuni compreso il nostro non si sono ancora iscritti ai registri previsti dalla riforma. Così, ha detto Gatto, le relazioni degli assistenti sociali non arrivano in maniera puntuale. «C’è un silenzio assordante – ha poi detto Paola Parlati – Dobbiamo lavorare per unificare i processi, ne prendiamo atto. Ma nel concreto a è impossibile realizzare quanto richiesto. I processi telematici necessitano di mezzi e di formazione. Sulla partita dei minorenni Como non è pronta. Il nostro organico è deficitario, mancano magistrati e personale amministrativo. Il tribunale per farcela dovrebbe gestire solo le gravi conflittualità». Un 50% dei casi, secondo l’esperienza della presidente Parlati, potrebbe risolversi fuori dalle aule in altro modo, senza arrivare dal giudice.

L’intervento del ministro

Durante il convegno hanno preso la parola anche alcuni testimoni di questo mondo. Una mamma, ma anche un giovane cresciuto in una famiglia problematica e accolto, dopo mille problemi, da Cometa. Oggi ha un contratto a tempo indeterminato, ma soprattutto ha accanto a sé persone che lo ascoltano e gli vogliono bene.

Il convegno si era aperto con il messaggio del Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, collegata online. «Il mondo dell’associazionismo può fare la differenza – ha detto Locatelli – giudici, tribunali e servizi sociali non possono restare soli. Io spero che la riforma Cartabia possa essere accompagnata da una visione più condivisa. La rete di attori che lavorano con i minori deve consolidarsi di più. Vale l’umanità del percorso». A raccogliere l’invito è Mirella Ebainetti, presidente Coordinamento Comasco minori giornata: «Occorre coinvolgere gli avvocati – ha detto –, il terzo settore, è importante che al convegno abbiano partecipato le autorità locali. Continueremo a cercare dialogo e a promuovere formazione».

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