I viaggiatori del benessere
«Spendono il 41% in più»

Cosa cerca davvero il turista, sul nostro territorio? Gli studi parlano chiaro: «Esperienze, più o meno strutturate, specie se con una particolare attenzione all’ambiente». Lo ha raccontato la professoressa Magda Antonioli. «Crescono voglia e bisogno di wellness e fitness, sport, Spa, richiesta di alimentazione sana e attenta, il ben vivere in generale è tra gli obiettivi di chi si sposta, soprattutto sul Lario, che è al top in Italia e ricercatissimo, sul web, all’estero. In tutto questo, la tecnologia gioca il ruolo fondamentale di mezzo, di strumento». Il concetto di turismo del benessere, o “wellness tourism”, si è sviluppato negli ultimi decenni, divenendo un segmento chiave del mercato turistico globale. In Italia, questo tipo di turismo non solo offre una gamma di esperienze uniche, ma stimola anche l’economia locale, sostenendo l’industria dell’ospitalità in modi innovativi e sostenibili.

L’effetto della pandemia

«Il settore del wellness tourism ha vissuto una crescita esponenziale a livello globale fino al 2019 – ha osservato Antonioli - Tuttavia, la pandemia ha avuto un impatto molto forte, con un calo delle spese. Nonostante ciò, il settore ha mostrato una resilienza notevole, superando in performance il turismo generale durante il primo anno di pandemia».

Secondo le proiezioni del Global Wellness Institute (GWI), nel 2027 il mercato globale del wellness tourism potrebbe raddoppiare il suo valore. In Italia, il turismo legato al benessere ha ripreso a crescere dal 2021, beneficiando dell’allentamento delle restrizioni di viaggio e di una rinnovata attenzione al benessere personale.

Grazie alle sue località termali, centri benessere e paesaggi naturali idilliaci, nel 2022 il nostro Paese ha visto un ammontare di spese legate al wellness tourism per 15,7 miliardi di dollari e 11,6 milioni di viaggi. I viaggiatori non provengono solo dall’estero, anzi, spesso i viaggi avvengono a livello nazionale.

Questo ha un vantaggio anche a livello economico: sempre secondo il Global Wellness Economy Monitor 2023, infatti, chi viaggia per benessere a livello internazionale spende in media il 41% in più rispetto ai turisti generici, mentre chi viaggia entro i confini nazionali spende fino al 175% in più. Conoscendo la domanda, il marketing delle strutture ricettive deve giocoforza seguirla. «Siamo passati dall’ottica dello storytelling allo storydoing – ha osservato Giacomo Mojoli, che si occupa di design thinking applicato all’innovazione e alla sostenibilità, consulente strategico per aziende e istituzioni pubbliche – Il marketing è sempre più importante, le cose cambiano.

I turisti internazionali vengono da noi nelle stagioni “di spalla”; ad agosto, sono di meno e anche gli italiani sono all’estero. Non è una cosa negativa, si va verso la destagionalizzazione, bisogna essere consci delle specificità del territorio».

Per una struttura ricettiva alberghiera o extra alberghiera, riuscire a rispondere alla domanda del turismo del benessere diventa fondamentale per intercettare un mercato attivo, vivace, con turisti che spendono mediamente di più rispetto a quelli tradizionali.

Insomma, il settore del turismo del benessere è sicuramente vivace e riuscire a intercettarlo è un’opportunità importante per una struttura ricettiva. Marta Colombo

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