Il coraggio di Jennifer Gullotti nel suo libro: «Reagiva al dolore con un sorriso»

La storia Il toccante racconto dei genitori della ragazza morta a 19 anni per una rara malattia. Mamma Eleonora: «Non ci faceva leggere i suoi scritti, ora vorremmo pubblicare il suo lavoro»

La vita ce la metteva tutta a mostrarle il suo lato più duro e ingiusto, ma Jennifer rispondeva con un sorriso. Anche quando aveva passato la notte piangendo per il dolore. E guardava sempre lontano, con incrollabile fiducia nel futuro, diceva che sarebbe stata la prima dei Gullotti a laurearsi.

Non è successo, la sua famiglia, che era la sua forza e tutta la felicità di cui aveva bisogno, le ha dovuto dire addio a 19 anni appena. Ma potrà essere la prima a pubblicare un libro, questo il sogno dei suoi cari, che vogliono trovare qualcuno che possa dare forma alle tante pagine nelle quali la ragazza ha riversato tutto ciò che era e che avrebbe voluto essere e poi lo pubblichi.

L’addio

Solo pochi giorni fa amici, parenti, i compagni e i docenti della 5 AAC, il corso del classico del liceo Fermi, la sua amata scuola, hanno salutato Jennifer Gullotti.. Era nata con una malattia metabolica, per questo nel 2022 aveva deciso di darsi la possibilità di una vita normale, sottoponendosi a un primo trapianto di fegato. Il diciottesimo compleanno l’ha trascorso in ospedale. Un anno dopo, l’8 giugno scorso, il secondo. Poi, il 13 giugno, il terzo. L’ultimo tentativo, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Per la famiglia da allora non c’è pace, chissà quando potranno assaggiarla di nuovo. Mamma Eleonora, che viveva in simbiosi con questa figlia che era cresciuta con lei; papà Valter, che ricorda come fosse ieri il giorno in cui è venuta al mondo, e lo guardava con i suoi bellissimi occhi azzurri come fosse incantata, e la sorellina Emily, che già ha dovuto sperimentare un dolore troppo grande.

Gioia autentica

Chi conosceva Jennifer non poteva rimanere indifferente. La sua gioia così autentica e priva di finzioni, la sua forza, toccavano dentro. Persino prima di entrare in sala operatoria per il secondo trapianto aveva un grande sorriso sul volto, perché certa che poi sarebbe stata bene. E appena uscita la prima domanda era stata «Come stai?». Lei, lo chiedeva agli altri. Solo dopo che se n’è andata la famiglia ha scoperto che aveva scritto un libro, un’autobiografia.

«Non mi aveva mai fatto leggere nulla – conferma la madre Eleonora – Era una scelta sua, era molto indipendente, determinata, non vedeva ostacoli. Le piaceva fare le cose per bene, quindi ce l’avrebbe fatto leggere una volta concluso e sistemato». Tante pagine, nelle quali racconta una vita complicata ma amatissima. La sua famiglia, le sue passioni, la musica, il canto, i giochi di magia. Ma anche le difficoltà della malattia, la frustrazione nel non poter mangiare come tutti gli altri, le tante visite in ospedale, i medici. Persino le parolacce, che in realtà di persona non diceva mai. Oggi, continua «ci piacerebbe che qualcuno potesse mettere ordine in tutto quel materiale e poi che venisse pubblicato. Per ricordarla, per ricordare una ragazza che ci ha insegnato tanto, che aveva coraggio da vendere. Le dicevo sempre sei tanto minuta, ma dentro hai una forza enorme». Un po’ di coraggio serve anche a loro, per imparare a vivere senza di lei. «Mi ricordo – racconta il padre Valter, pescando tra gli infiniti bei ricordi di lei – quando era piccola e mi disse che era pronta per andare in bici senza le rotelle. Io le alzai, e restai dietro di lei, ma Jennifer imparò subito, andava diritta, senza nessun aiuto e senza paura». Sempre.

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