Il digitale per la didattica. Si svela l’experience room messa a punto da Grisoni

Apprendimento più agevole e che favorisce l’inclusione. L’assessore Fermi in visita all’azienda comasca Grisoni Sistemi Didattici

Dalla cassetta alla chiavetta, dall’analogico al digitale. Con cinquant’anni di storia alle spalle, l’azienda Grisoni di Camerlata è riuscita a stare al passo con i tempi nella produzione di sistemi didattici e a sfruttare la tecnologia non solo per dare una spinta in più al mondo scolastico, ma anche per rendere l’ambiente inclusivo per ragazzi con disabilità.

Questo quanto si percepisce nell’experience room, spazio che l’azienda ha allestito per presidi e docenti dove poter toccare con mano le nuove tecnologie. Si va dalle aule immersive ad arredi innovativi, come tavoli configurati a onda o in stile anfiteatro, per andare oltre la tradizionale lezione frontale. C’è poi un laboratorio mobile, con tutto l’occorrente per fare esercitazioni direttamente in classe, ma anche la cabina di podcast, che permette di ritagliarsi uno spazio insonorizzato.

Il fiore all’occhiello è dato dai nuovi cubi progettati dall’azienda: su ogni lato è stato trasferito un contenuto didattico che viene riconosciuto dalla lavagna multimediale, quando lo si appoggia, e quindi l’alunno può interagire costruendo percorsi. «Siamo partiti tanti anni fa con tecnologie che allora erano le cassette vhs – spiega Daniele Grisoni, titolare dell’azienda - abbiamo seguito l’evoluzione. Quest’anno c’è la scuola 4.0, ma è capitato che le scuole che hanno ricevuto finanziamenti non sapessero come investire al meglio quelle risorse. Abbiamo quindi pensato di creare un’area espositiva, l’experience room, per mettere in condizione i dirigenti scolastici e docenti di toccare con mano queste tecnologie e novità. La cosa ha riscosso un certo successo». Con strumenti, come detto, adatti a tutti. «Negli anni scorsi abbiamo visto che, in alcuni casi, gli strumenti acquistati con il Pnrr rischiavano di diventare una barriera per i ragazzi disabili – aggiunge Grisoni – ad esempio per coloro che, davanti magari a una lavagna interattiva, non riescono a tenere in mano il pennarello per usarla. Abbiamo quindi studiato un software fatto con cubi utilizzabili anche da chi ha difficoltà».

Ci sono poi le due soluzioni di aula immersiva: la prima prevede uno spazio in cui i ragazzi entrano e hanno l’effetto, dato dalle tre pareti, di essere in un’altra realtà. In alternativa la parete multidisciplinare di cinque o sei metri. «Qui ci si rende conto di come l’ingegno e la capacità di conoscere le esigenze in ambito della formazione e della scuola siano elementi nel dna lombardo - spiega Alessandro Fermi, assessore regionale in visita ieri da Grisoni – grazie ad alcune opportunità legate al Pnrr, loro sono riusciti a trovare soluzioni geniali che porteranno a fare un ulteriore salto di qualità nel nostro modello scolastico. Sia rispetto all’evoluzione tecnologica che rispetto all’inclusione, risolvendo problemi su soggetti fragili e stranieri».

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