Il Franco un po’ meno forte è “ossigeno” per le imprese

Svizzera Dopo il record dell’inizio di agosto, la moneta svizzera ha iniziato la parabola discendente nei confronti dell’euro. Notizia negativa per i frontalieri, ma un toccasana per l’economia

Il franco svizzero, nel nome di quella stagionalità che ne ha caratterizzato (almeno negli ultimi cinque anni) il rapporto con l’euro, ha iniziato dal 10 settembre in poi la parabola discendente nei confronti della moneta europea, lontano da quell’1,08 che aveva rappresentato il record degli ultimi anni nel rapporto sempre “frizzante” - per così dire - tra le due monete.

Deprezzandosi, il franco farà meno felici i frontalieri e i loro stipendi, ma contribuirà in maniera sensibile a far riprendere quota e fiducia all’export svizzero, che sta visibilmente arrancando sotto i colpi del “franco forte”, con inevitabili ripercussioni sulla tenuta di molte aziende e, per diretta conseguenza, sull’occupazione. Frontalieri inclusi, naturalmente, per quel che riguarda il Ticino e in generale i Cantoni di confine.

L’andamento

Per quel che concerne questi primi nove mesi - quasi dieci in realtà - del 2024, il franco ha avuto una sola vera flessione nei confronti dell’euro tra il 25 ed il 30 maggio. Da lì in poi la sua ascesa è stata pressoché inarrestabile, sino al dato record del 5 agosto, giorno in cui la moneta rossocrociata ha frantumato il primato sull’euro che resisteva dal 15 gennaio, giorno in cui la Banca nazionale svizzera decise, in assoluta autonomia, di abolire la soglia minima di cambio tra franco ed euro.

Sugli scenari futuri legati al rapporto stretto tra franco ed euro - ne sanno qualcosa anche i quasi 30 mila frontalieri comaschi occupati in Svizzera - il portale cambiavalute.ch, all’interno di un interessante webinar, ha segnalato che sino ad inizio novembre il franco è destinato a perdere terreno nei confronti dell’euro, invertendo così quel trend di crescita che ha reso più robusti gli stipendi dei frontalieri e nel contempo incentivato ulteriormente la spesa e lo shopping di confine. Il consiglio degli esperti, di conseguenza, è quello di cambiare franchi per chi ne avesse la possibilità, anche se poi il franco pare destinato a riprendere quota sulla moneta europea tra i mesi di novembre e gennaio del prossimo anno.

Rifugio sicuro

In virtù di queste dinamiche, il franco pare dunque destinato ad imboccare una mini parabola discendente nei confronti dell’euro. Per dare un riferimento diretto, se tra il 4 ed il 5 agosto 1000 franchi valevano 1073,4 euro venerdì scorso gli stessi 1000 franchi venivano cambiati a 1053,70 euro.

Ciò significa che con la sola fluttuazione del cambio, un frontaliere con uno stipendio medio di 4 mila franchi ha lasciato “sul campo” in un mese e mezzo quasi 80 euro su base mensile.

In generale il franco svizzero dovrebbe vedere un ritocco al ribasso nei confronti dell’euro in una percentuale tra l’1,7 ed il 2,2% per poi - almeno ad oggi - riprendere quota nei confronti della moneta europea. E’ chiaro che con il franco che da mesi fa la voce grossa nei confronti dell’euro - valuta che contraddistingue i principali mercati di riferimento dell’export svizzero - l’economia svizzera ha iniziato ad interrogarsi su ciò che potrà accadere nei mesi a venire.

Economiesuisse - in questo contesto - ha confermato che il franco non sta facendo altro che confermare l’appellativo “rifugio sicuro” in tempi turbolenti. A livello generale, il franco si rafforza quando aumentano le incertezze sui mercati internazionali. Circostanza che sta avvenendo anche in questi mesi. Economiesuisse non esclude comunque un indebolimento a stretto giro della moneta svizzera, rafforzando così quel concetto di stagionalità con cui la moneta rossocrociata sta facendo i conti nel delicato ed al tempo stesso frizzante rapporto con l’euro.

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