Il marito della finta “prof”: «È laureata, vicenda incredibile»

Uggiate Trevano La donna sceglie il silenzio. Il consorte: «È stata stritolata dalla burocrazia. Gli studenti? L’amavano»

Per vent’anni, Viviana Mazzoni, 49 anni, residente a Uggiate Trevano, avrebbe insegnato lingue straniere senza averne i titoli, né diploma, né laurea: in questi giorni, è stata condannata dalla Corte dei Conti a restituire allo Stato 249mila euro di stipendi indebitamente percepiti. La notizia della condanna ha fatto il giro d’Italia e in paese ha suscitato incredulità e sconcerto: è una figura nota e stimata, esponente di associazioni di volontariato e ieri ha ricevuto numerose attestazioni di apprezzamento e di solidarietà, mentre affida al marito, Massimiliano Palermo, la propria versione dei fatti.

«Viviana è stata stritolata da un meccanismo amministrativo e giudiziario affiorato dopo vent’anni - dice - Ci stiamo chiedendo anche noi come sia possibile che in un tempo così lungo nessun dirigente scolastico, nessuna segreteria abbia mai controllato e mosso rilievi o contestazioni se fosse stato il caso. Famiglie e studenti si sono sempre detti soddisfatti dell’insegnamento». Il problema è a monte: sono state prodotte certificazioni false, secondo i magistrati contabili e la Procura della Repubblica.

«Mia moglie ha frequentato l’Istituto Pessina di Como e l’università Iulm, libera università di lingue e comunicazione di Milano, laureandosi nel 2001 in lingue e letteratura straniere con 108 su 110 - prosegue - Sottolineo che le domande negli istituti scolastici sono tutte in autocertificazione e i documenti sono stati presentati su richiesta».

Ma tre anni fa, fu l’istituto Caio Plinio di Como a scoprire incongruenze tra l’autocertificazione e la documentazione presentata. In particolare, i titoli di studio sarebbero risultati contraffatti. «Siamo pronti a dimostrare che non è stato falsificato nulla da parte nostra - replica - Ammettiamo un errore materiale, all’inizio, nella compilazione di un documento quando Viviana s’è assunta colpe che non aveva, pensando così di rimediare allo sbaglio. Doveva essere finita lì e invece s’è messo in moto un meccanismo di cui, peraltro, non siamo mai venuti a conoscenza. Al momento, non conosciamo neppure la sentenza della Corte dei Conti».

Due avvocati sono al lavoro per districare una storia lunga vent’anni in cui Viviana Mazzoni non ha mai ricevuto né note, né rilievi disciplinari ed è sempre stata sicura di avere una laurea in lingue e letterature straniere. «Per noi era tutto valido. C’è una griglia di pubblici controlli - conclude Palermo - se sussistono problemi, in un anno, due, tre al massimo, emergerebbero. Mai emersi, fino a due anni fa. Mia moglie s’è ritirata dall’insegnamento, in cui non ha procurato danni ad alunni, a studenti e alle famiglie».

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