«Il mio lungo viaggio tra piume e poesie»

Con “Van de Best” un cofanetto speciale di 49 grandi successi reincisi

Un viaggio all’indietro lungo venticinque anni, iniziato nel secolo scorso. Un viaggio tra ricordi e luoghi cari per festeggiare una carriera straordinaria attraverso la reincisione di 49 grandi successi pubblicati dal 1999 al 2015. Questo tutto ciò che racchiude la raccolta speciale “Van de Best”, un cofanetto prezioso per i fan (i dischi sono 5 in vinile o 3 in cd, con l’aggiunta di uno “sketch book”) che riporta alla mente un tempo che va ben oltre gli anni cantati, come sottolinea lo stesso artista, il quale sarà protagonista di un instore tour per promuovere il progetto.

Davide, come mai il 1999 è stata un’annata così fondamentale?

Il 1999 è stato importante, è stato l’anno del mio matrimonio, della prima Targa Tenco, che io non sapevo neanche cosa fosse, e anche del mio primo album solista. Da lì è partito un viaggio fatto di nuovi album, qualche live, dischi sperimentali. Ci sono stati dei libri e pure della televisione ma, alla base di tutto, c’è l’antropologia del racconto.

Cosa intende con questo termine?

Tutti i vari personaggi, i territori, le storie e anche le lingue, tutto un mondo che si è riversato nelle mie canzoni.

Cosa significa per lei questo “Van de Best”?

È un percorso a ritroso, aver cantato di nuovo tutti i brani mi ha portato a registrare alcune canzoni in maniera identica, altre sono cambiate.

Come mai questa scelta?

Ai tempi le strumentazioni erano diverse, c’erano brani registrati nel secolo scorso. Alcune le avevo suonate così, ma sognate in un’altro modo, magari col pianoforte al posto della chitarra, in maniera più veloce o più rilassata. Piccoli cambiamenti per celebrare un periodo. Le ho ricantate tutte in tre giorni, una vera e propria “full immersion”.

Tre dischi, quarantanove brani, fino al 2015...

Per ora non è stato possibile prenderle tutte, abbiamo scelto quelle che non considero soltanto mie, quelle che sono diventate anche degli altri. Quando scrivi una canzone è tua solo alla nascita, poi diventa di tutti coloro che l’ascoltano. Ricordo che una volta conobbi un ex frate e mi disse di aver deciso di togliersi la tonaca dopo aver ascoltato “La Balada del Genesio”. All’inizio mi preoccupai, ma lui mi affermò di non aver perso la fede: aveva solo capito che doveva servire Dio in un’altra maniera.

Perché nel disco ha inserito anche uno “sketch book”?

Io ho questi quaderni totem dove c’è di tutto: foto, poesie, canzoni, anche foglie o piume... tante persone mi hanno chiesto di questi diari e ovviamente era impossibile trasportarli tutti in un inserto, ma ci siamo andati vicini: ne abbiamo creato uno ad hoc di 28 pagine. Questo libretto è un valore aggiunto che mi ha fatto pensare di volerne fare uno più corposo. Io non sono un disegnatore, così come non sono un fotografo, ma disegno e fotografo... l’idea è quella di attraversare le cose con rete da pescatore, per trattenerle.

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