Il paesino svizzero che dice “no” alle famiglie con figli

La storia Il paradosso di un piccolissimo paese del Cantone Neuchâtel alle prese con problemi di bilancio, legati alla “eccessiva” presenza di bimbi

Hai figli in età scolare? Allora non puoi venire ad abitare qui affittando case o costruendoti la tua villetta. Attratte dal costo basso dei terreni e delle case, dal 1992 quando il paese aveva solo 424 residenti, in un piccolissimo paese del Cantone Neuchâtel sono arrivate, infatti, parecchie famiglie, molte con i figli in età scolare. Un arrivo che allora fu voluto dagli amministratori per ripopolare il paese tenendo bassi i costi legati alle case. Fin qui potrebbe sembrare un fatto di normale amministrazione e invece, proprio l’arrivo di nuovi residenti con prole, ha rappresentato per l’amministrazione di Chaux-du-Milieu un problema grave.

La soluzione

Il bilancio sarebbe in sofferenza a causa delle spese che il Comune deve sostenere per garantire l’istruzione ai figli dei nuovi arrivati, 113 su una popolazione complessiva di 500 abitanti. Da qui, come riporta il sito tvsvizzera.it, la decisione degli amministratori di porre un freno ai nuovi residenti, visto che la spesa per l’istruzione dei 113 minori impegna ben il 98,46% delle entrate fiscali che provengono dalle persone fisiche e che il bilancio dello scorso anno si sarebbe chiuso con un passivo di 130mila franchi.

La soluzione e questo esborso considerato esoso è arrivata dall’invito, espresso attraverso l’agenzia di stampa Keystone-ATS, dal sindaco del paese montano, Philippe Raval, alle giovani famiglie con figli; Ravel le ha invitate a scegliere un altro Comune dove stabilirsi o costruire la propria casa. «Solo per la scuola, i costi oscillano tra 8.000 e 13 mila franchi per scolaro. Il peso della scolarità è tale – ha detto Raval a Keystone-ATS – che facciamo fatica ad investire per l’ammodernamento dei nostri immobili».

Secondo quanto riportato, Raval, avrebbe anche aggiunto che una dozzina in meno di allievi consentirebbe al Comune di chiudere i conti con un utile.

L’invito del sindaco, in concreto, prevede due canali alternativi. Il primo è quello di affittare le case di proprietà comunale a coppie senza figli o con figli che non siano ancora in età scolare, il secondo è di non permettere la costruzione di nuove abitazioni unifamiliari fino al 2030, visto che l’amministrazione, così facendo, prevede di sistemare il bilancio entro il 2028/29.

Secondo le dichiarazioni del sindaco rimbalzate on line, nel paesino che pare piacere a molti, sono dunque meglio accolte le persone, che si vogliono stabilire negli appartamenti da affittare di proprietà del Comune, senza figli o con bambini piccoli, che non dovranno andare a scuola entro il 2030 e chi vuol costruirvi la propria nuova casa, ma non prima del 2030.

C’è però un’altra difficoltà con la quale il primo cittadino di Chaux-du-Milieu sta facendo i conti, vale a dire la necessità di non spopolare eccessivamente il Comune, che vorrebbe dire anche chiudere la scuola per mancanza di alunni. Per questo motivo, Raval starebbe pensando a fondere il Comune che guida con altri Comuni che nel futuro prossimo potrebbero avere le stesse difficoltà.

A Chaux-du-Milieu la scuola è garantita fino agli 8 anni, poi i bambini devono andare nel Comune di Locle, a Chaux-du-Milieu esiste anche il servizio di “mare diurna certificata”, una mamma che bada a pagamento ai bambini degli altri di età compresa tra 0 e 12 anni nella sua casa.

In Italia

In Italia, invece, ci sono situazioni particolari legate al numero di alunni; la scuola più piccola, risulta essere quella di Alpette, in provincia di Torino, questa primaria statale di montagna quest’anno ha una sola alunna e una maestra

Ma le realtà minuscole sono tante nella penisola; a Ceresole Reale, un piccolo paese a 1.600 metri, sempre sulle montagne torinesi, gli alunni sono due e c’è una sola maestra; lo stesso accade ad Alicudi, isola delle Eolie in Sicilia. Qui ci sono solo tre alunni.

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