Il Pd e la sfida delle Europee «Obiettivo: città più vivibili»

Elezioni I candidati Gori, Tinagli e Maran ieri sera a Como in vista del voto. Dalle infrastrutture al mondo delle imprese: un confronto sui programmi

Sviluppo delle infrastrutture, coinvolgimento delle imprese locali nelle strategie europee e occupazione giovanile per promuovere città dove sia più semplice vivere. Temi caldi anche per Como quelli che ieri sono stati al centro del confronto che, a Villa Gallia, ha visto protagonisti tre candidati del Pd alle elezioni europee del prossimo giugno. L’europarlamentare uscente Irene Tinagli, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, e l’assessore del Comune di Milano con delega alla casa e al piano quartieri Pierfrancesco Maran hanno presentato ai comaschi le idee al centro della loro campagna elettorale, introdotti dal segretario cittadino Daniele Valsecchi, alla presenza della segretaria provinciale Carla Gaiani e con il consigliere regionale Angelo Orsenigo nel ruolo di moderatore.

- Qui il programma del Partito Democratico per le elezioni del Parlamento europeo che si svolgeranno in Italia l’8 e il 9 giugno

Trasporti da migliorare

«Se l’Unione europea vuole davvero portare avanti una promozione della transizione energetica che sia verde e vantaggiosa anche per i Paesi membri, non può puntare solo sulle auto elettriche - ha detto Maran - Un’alleanza più stretta tra Italia e Europa dovrebbe portare a maggiori investimenti sulle infrastrutture e sul trasporto pubblico, che oggi è carente. I comaschi lo sanno bene: oggi per percorrere la tratta Como-Milano si impiega lo stesso tempo che si impiegava quarant’anni fa e questo perché Trenord sta gestendo male treni e infrastrutture». Maran ieri ha rivelato anche di essere un «comasco di adozione», avendo una casa in provincia.

Su questioni care ai comaschi ha puntato anche il sindaco di Bergamo, che ha richiamato più volte il settore tessile e quello del mobile, colonne portanti dell’imprenditoria comasca: «Sono settori caratteristici di questo territorio - ha detto Gori - e fatti di piccole imprese, per le quali è difficile stare nelle griglie imposte dall’Unione europea, come nel caso del “Green deal”: servono un criterio di proporzionalità e protezioni adeguate per i prodotti delle imprese locali nella concorrenza con i prodotti che non sono tenuti a sottostare alle regole europee».

I rischi del turismo

Punta sui giovani il discorso di Tinagli e sul loro desiderio di portare in Europa le proprie competenze per costruire un futuro professionale migliore: «Ma oggi non è semplice fare un libero esercizio della professione in Unione europea. Occorre lavorare di più sul riconoscimento delle lauree e delle qualifiche professionali dei nostri giovani in Europa».

Altrettanto, se non di più, resta da fare per quei giovani che invece vorrebbero costruire la propria vita qui, sul territorio, e faticano a farlo. «Il turismo è un fattore importante ma non può essere preponderante - ha detto Maran - e, se le case si svuotano per essere affittate ai turisti, questo in futuro potrebbe diventare un problema a Como, come già è accaduto in altre città. Rapporti specifici con l’Europa possono avere un ruolo fondamentale nel costruire legami più equilibrati con Airbnb, col quale l’amministrazione comunale da sola potrebbe faticare a instaurare un dialogo».

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