Il vescovo: «Un santo
della porta accanto»

Monsignor Cantoni arriva a San Rocco subito dopo l’omicidio.«Grande dolore, ma tanto orgoglio per la testimonianza di don Roberto»

«È stato un santo della porta accanto».

Così ieri il vescovo Oscar Cantoni ha definito don Roberto Malgesini, ucciso a pochi passi dalla sua parrocchia di San Rocco.

«Drammatico lutto»

«Siamo umanamente colpiti dalla morte per assassinio di don Roberto - le parole di monsignor Cantoni affidate a un videomessaggio - ma viviamo intensamente nella fede questo drammatico lutto, nel giorno in cui celebriamo la memoria di Maria Addolorata, un giorno importante anche perché ricorre l’anniversario della morte di Padre Pino Puglisi. I Santi si rincorrono».

Il vescovo è arrivato in piazza San Rocco subito dopo aver appreso la notizia della morte del sacerdote e, con lui, molti rappresentanti della diocesi, monsignor Cantoni aveva espresso subito «dolore e sgomento per la morte del nostro don Roberto», ribadendo quanto fosse «forte l’orgoglio della Chiesa di Como per la testimonianza di un sacerdote che ha dato la vita per Gesù attraverso gli ultimi» e, in un secondo momento, ha voluto anche sottolineare l’importanza del lavoro di tutti e ringraziare quanti, nell’intera giornata di ieri, hanno voluto ricordare il sacerdote ucciso, invitando la cittadinanza a partecipare, sia in forma fisica che seguendo la diretta online, al Rosario recitato ieri sera in Cattedrale, presieduto dallo stesso vescovo.

«Io sono convinto che don Roberto sia stato un “Santo della Porta accanto” - ha proseguito Cantoni - per la sua semplicità, per l’amorevolezza con cui è andato incontro a tutti, per la stima che ha ricevuto da tanta gente, anche non credente o non cristiana, per l’aiuto fraterno e solidale che ha voluto dare a tutti in questa città, che ha tanto bisogno di imparare la solidarietà, perché questo è il nuovo nome della pace. Don Roberto ha svolto il suo ministero in una dimensione veramente pastorale, si è donato a tutti perché, mi ripeteva spesso, “I poveri sono la vera carne di Cristo”. Il suo servizio era rivolto alle singole persone per poter far sperimentare la tenerezza di Dio che si piega e si china sulle persone bisognose. Vi invito tutti a pregare, per don Roberto, per la sua famiglia ma anche per colui che lo ha ucciso».

Il momento del silenzio

Ora è il momento del silenzio e della preghiera, hanno fatto sapere dalla diocesi, sulla scia delle dichiarazioni di monsignor Cantoni, il momento di condividere un grande dolore e affidarsi a Dio.

Un dolore che ha invaso tutta la città di Como, lasciandola sgomenta e attonita, un dolore che il vescovo, ancora con gli occhi lucidi ma la voce ferma, ha voluto immediatamente trasformare in un messaggio di speranza e accoglienza, lo stesso messaggio che don Roberto, figura di riferimento per tanti, «un uomo che viveva il Vangelo ogni minuto della sua vita», come è stato definito da alcuni, ha trasmesso con la sua esistenza e il suo operato.

Tanti fedeli a San Rocco

Moltissimi i fedeli che si sono riuniti ieri sera in Duomo per recitare il Rosario. Al termine, le campane di tutte le chiese della città hanno suonato.

Moltissimi erano accorsi anche ieri mattina sul luogo del delitto, come moltissime sono state le manifestazioni di affetto e cordoglio che si sono avvicendate per tutta la giornata di ieri, sia da parte delle autorità sia da parte dei cittadini comaschi e di tutti coloro che con lui lavoravano e da lui ricevevano aiuto, in attesa dei funerali del sacerdote, che saranno comunicati dalla Diocesi appena sarà possibile.

Don Roberto Malgesini, nativo di Regoledo di Cosio, in provincia di Sondrio, ma comasco di adozione, aveva compiuto 51 anni lo scorso mese di agosto. Ordinato prete nel giugno del 1998 era stato dapprima vicario prima a Gravedona (fino al 2003), poi a Lipomo (dal 2003 al 2008). Dal 2008 era collaboratore a San Rocco, poi divenuta, insieme a San Bartolomeo, comunità pastorale “Beato Scalabrini”.

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