Aborto, in provincia di Como scesi da 800 a 489 in dieci anni

I dati Nel 2020 sono state 12 le minorenni comasche fino a 17 anni che hanno fatto ricorso all’aborto, 11 per delega dei genitori, una per tramite di un tutore

Sono quasi 500 le interruzioni volontarie di gravidanza in provincia di Como nell’arco di un anno. Il dato rispetto a dieci anni fa si è quasi dimezzato. Nel panorama della Lombardia, stando ai dati Istat, il nostro territorio ha numeri abbastanza in linea, rispetto almeno alla popolazione residente, con 489 interruzioni volontarie censite nel 2020. In maniera progressiva, salvo lievi oscillazioni, le interruzioni dichiarate nel Comasco sono passate da 801 nel 2010 a 489 nel 2020. Più alto il dato del 2011, 825, poi la curva è sempre calata. L’età media delle donne comasche interessate è 31 anni e otto mesi. L’ultima statistica fornita dall’Istat è relativa al 2020, in cinque anni l’età media è salita di un anno e due mesi. Del resto anche le neo mamme arrivano sempre più tardi a fare figli.

Nel 2020 sono state 12 le minorenni comasche fino a 17 anni che hanno fatto ricorso all’aborto, 11 per delega dei genitori, una per tramite di un tutore.

Sempre stando a due anni fa 300 di queste donne hanno dichiarato di essere nubili, 146 coniugate, 30 separate o divorziate e le restanti non hanno dato indicazioni.

In 151 come titolo di studio si fermano alla licenza media, 250 al diploma superiore, 74 alla laurea, le restanti non hanno fornito l’informazione. Risultavano lavorativamente occupate in 290, 54 le casalinghe, 38 le studentesse, 89 le donne in cerca di un impiego.

Sul totale dei 489 aborti le donne straniere sono più di un quarto. Nel 2020 hanno interrotto volontariamente la gravidanza 134 cittadine d’origine straniera, di cui 20 tra i 20 e i 24 anni, 27 tra 25 e 29 anni, 37 tra 30 e 34, 35 tra 35 e 39, 14 tra 40 e 44 e una fino ai 49 anni.

L’istituto censisce anche la gravidanze precedenti di queste donne che hanno una volta su cinque già un figlio o due. In una percentuale residuale, ma comunque importante da considerare, queste donne ripetono l’aborto e quindi il tema della contraccezione assume una rilevanza significativa.

Nella nostra provincia l’ospedale di riferimento è il Sant’Anna: «Il dato, diminuito in un decennio, è di recente abbastanza stabile o in lieve flessione – spiega il primario di Ginecologia e Ostetricia Paolo Beretta – sul totale delle interruzioni di gravidanza, come da disposizioni ministeriali, sono calati molto gli interventi chirurgici a favore della scelta farmacologica, utile entro la nona settimana».

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