Intervista semiseria allo stadio Sinigaglia: in attesa del lifting

Gioco Abbiamo immaginato una chiacchierata con lo stadio di Como sempre più al centro di dibattiti a progetti

e interviste impossibili. Il 2024 potrebbe essere indimenticabile per lo stadio Sinigaglia. Potrebbe diventare operativo il progetto della sua riqualificazione; secondo Mirwan Suwarso addirittura l’anno in cui dovrebbero iniziare i lavori (ma quando mai??? Non corriamo troppo). Un anno-bivio per una questione che tiene sulle spine una parte della città (e annoia l’altra parte). Un 2024 che potrebbe essere più importante del 1975 (anno della cancellazione della pista di ciclismo), del 1984 (costruzione della curva azzurra), del 1991 (costruzione della nuova tribuna), del 2002 (innalzamento della nuova curva e disastri vari in altri settori abbattuti e ricostruiti e poi abbandonati). Tutti ne parlano. Già. Ma lui che ne pensa?

Buongiorno. Come sta?

E come vuole che stia? Bene. Adesso sì che mi diverto. E sono anche più bello, sa…

In effetti la gente è tornata sugli spalti.

Sono contento. Si respira un’aria nuova, in tribuna sono tornati i colori. Oddio, 6500… Mi vergogno un po’. Oh, qui c’è spazio per allargare eh… Ne ho di soluzioni… Ma capisco che i lifting costano e prima di operare bisogna fare delle scelte.

Infatti. Che ne dice del restiyling? Pronto?

Prontissimo. E non ditemi poi che non sarei più il Sinigaglia. Avete visto come è conciato il cantante Scialpi? Eppure è sempre lui. Dunque, mi rifaranno tutto ma io sarò sempre il Sinigaglia. A proposito.

A proposito?

Non cominciamo con i nomi strani eh… Mola Arena, Stadium ecc… Io sono il Sinigaglia. E da questo punto di vista, almeno per questo motivo, posso ringraziare la sovrintendenza. Se è vero che l’unica cosa davvero vincolata è la facciata razionalista, beh... lì c’è scritto, bello grande, stadio Sinigaglia. Punto

Ha preferenze sul restilyng?

Beh, che la gente passeggi sul tetto durante la partita mi pare un po’ esagerato. Ma io non voglio mettere freno a una proprietà così entusiasta. Guardate che di cose ne hanno fatte. Ora sembro un gioiellino. Piaccio sa? Provi a stare qui un giorno qualsiasi della settimana, e provi a contare le persone che entrano a scattarsi una foto. Sono bello anche così, tutto colorato. E dunque questa proprietà va lasciata fare, e se esagerano un po’ con i sogni, che male c’è?

Ma i progetti li ha visti?

No. Ma mi fido. L’importante è che non si inceppi qualcosa, la battaglia dei permessi non è nemmeno iniziata. Prego che non sia lunga e che a loro non venga in mente di costruire lo stadio da un’altra parte. Grazie a loro sono tornato famoso già adesso.

Come?

Ma li guardate i social o no? Parlano di me in continuazione, mi hanno inserito negli stadi dalla posizione più affascinante, ci sono foto di me ovunque. Arrivano da terre lontane per assistere a una partita, seduti sui miei gradoni. Io sarei anche contento così. Ma vista l’occasione, ora andiamo avanti.

Certo che messo in quella posizione lì, lei rompe anche un po’ le balle…

Si avvicini, che le dico un segreto…

Dica.

Ma lo sa che stanno studiando una viabilità trasformabile per alleggerire il peso delle partite? Lo proporranno alla città: in occasione delle partite magari si cambieranno i sensi di circolazione. Questi sono avanti, dia retta a me.

E i parcheggi?

Lo vuole un altro segreto?

Prego.

Stanno pensando a un autosilo nella zona della scuola, integrato con lo stadio, parcheggio, accesso con biglietto della partita e collegamento diretto con gli spalti.

Mi dice quale è stato il giorno più bello della sua vita.

Ha tempo? (ride, ndr). Sarebbe troppo complicato. Uno un po’ triste, è stata l’ultima promozione in B con me deserto. Dai, che roba è…? Quelle partite senza gente sono state un’agonia. Sarebbe facile ricordare le feste con i tifosi. Io ne scelgo uno, di ricordo, a metà tra il bello e il brutto, ma emotivamente straziante: la riunione dei tifosi in quella sera d’estate del 2004, quando il Como stava per sparire e si radunarono migliaia di persone spontaneamente, con tutti gli striscioni di tutte le epoche appese alle inferriate, e un tifoso in curva come se ci fosse la partita. Ancora adesso mentre ne parlo, mi viene l’erba d’oca. Quella volta è stato davvero speciale. Ma anche la festa dei 110 anni con i fumogeni di notte è stata speciale.

Vuole togliersi qualche sassolino?

Sì. Allora con ‘sti 1000 posti in più? Come la mettiamo? No perché ogni seggiolino sono quattro bulloni, dunque mi hanno fatto 4000 trapanate. E voi vi lamentate quando andate dal dentista… Dai finiamola con questa pagliacciata e apriamo. Il deflusso? E aprite il secondo cancello, no? Ma è difficile?

Se le dico serie A?

Dico Como-Juve. Perché vent’anni fa fu l’unica partita con una big che si dovette giocare in campo neutro. In quella A fugace, mi mancò quella partita. Non vedo l’ora.

Un sogno?

Che lo spekaer Valli urli ancora ”Benvenuti nello stadio più bello del mondo”. Quando lo urlava sembrava una esagerazione. Ma adesso...

© RIPRODUZIONE RISERVATA