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( foto butti)
Biella: «Credo fortemente in quello che si sta facendo, S. Bernardo deve esserci»
Bicicletta al mattino (e non ce n’è per nessuno), svago e un po’ di lavoro nelle altre ore. E c’è chi giura di averlo visto a colloquio con Tommaso Sala, azzurro di sci (vero, non alla Fantozzi...), per quello che dovrebbe essere il primo casco di Coppa del Mondo griffato S. Bernardo.
Antonio Biella sta trascorrendo un periodo di vacanza in Alta Valtellina, dove - facile intuirlo - unisce l’utile al dilettevole. Copia de La Provincia di ieri in mano, l’abbiamo raggiunto appena sceso dal Gavia, non una salita qualsiasi. Scontato l’argomento della chiacchierata.
Con cosa?
L’avete scritto voi, storia d’amore.
Non solo. C’entrano l’affetto e la passione, nessuno lo mette in dubbio. Ma non c’è scelta più convinta e ponderata.
Sarà la nostra casa, la più bella della serie A. E la più nuova, a meno che qualcuno non arrivi prima, ma dubito. Un onore e un orgoglio. Per me e per tutti.
Credo fortemente nel progetto e nella solidità del piano economico. La lungimiranza degli eroi che si sono messi in testa l’idea è incredibile. E va supportata.
Quando se ne parlava, sembrava sempre così lontano. Invece adesso siamo qua. E presto vedremo i muri, che effetto. Tanto credo in questa operazione che ho decisa di sostenerla.
Il legame con l’operazione andava suggellato con qualcosa di concreto. Un po’ scontato, forse, essere vicini alla società e stavolta anche alla sua nuova casa. Ma era il momento. Ci ho sempre creduto. E ridico grazie a chi concretizzerà questo sogno.
Anche in questo caso, S. Bernardo guarda al 2026 e al centenario dell’attività. Continuiamo quindi a operare in un orizzonte temporale a medio e lungo periodo.
Ci sentiamo molto legati all’obiettivo che Cantù Next e Cantà Arena si sono posti. Noi abbiamo 98 anni, saremo anche un po’ vecchietti, ma con tante idee e tanta voglia. Vogliamo arrivare al secolo di vita ancora belli vispi e soprattutto utili.
Che sta continuando con il Como.
Per sette anni, in pratica dalla serie D alla A, siamo stati sul retro della maglia da gioco, ma adesso abbiamo cambiato.
Infatti, siamo sulla divisa da riscaldamento. Che è venuta decisamente bella. Probabilmente la più bella, e me l’hanno già fatto notare.
Bene. Cosa volete sapere?
Molto. Ma non è l’unica cosa che gradisco.
È stata costruita molto bene, su questo mi pare non ci siano dubbi. E mi piace il fatto che sia stata pensata in concerto con il coach. Che ne ha la responsabilità e che quindi è fondamentale che ci metta del suo.
La scelta degli americani. Per il valore di entrambi e la filosofia che sta dietro all’ingaggio. McGee non lo scopriremo noi ed è una fortuna che lo sia abbia noi. Con Basile è stata fatta una magata: preso un giocatore giovane, forte e di grande prospettiva. Poi se diventasse pure italiano.
Direi. Mi piace un po’ tutto.
Lo sapete, con me va così. Da sempre.
Mi devo collegare alle ultime risposte.
Vi ho appena detto che mi affeziono a tutti quelli che passano da qui. Giocatori e allenatori.
Mi farà un certo effetto, e dispiacere, non vedere più Bucarelli e Nikolic, ad esempio. Che con noi erano qui da un po’. Così come è un peccato che un tecnico come Cagnardi abbia avuto solo un’occasione di un anno.
Toccate un altro tasto affettivo.
Ebbene sì.
Diciamo che sono quelli a cui sono maggiormente legato e affezionato, tra quelli che sono passati di qui, nei miei sei anni.
Con lui ho avuto più rapporti, dal lato sportivo, ma non solo. Mi ricorda i momenti più duri e difficili della storia forse non solo recente di questo club. Dopo quel 18 e 19 febbraio 2019, quando ritirammo la squadra da Dmitry Gerasimenko, quante volte ci siamo trovati io, lui e Andrea (Mauri, ndr) a cercare il modo per portare avanti la carretta.
È andato, ha fatto il suo, s’è confermato un grande allenatore. E non lo dico solo io, lo dico gli attestati di stima che ha incassato.
Certi amori non finiscono. E quando si ama tanto si fa fatica a diventare amici. O si ama o si odia. È arrivato il momento di tornare ad amare Nicola. Chiedo ai tifosi cortesemente di farlo. C’è un bel sogno che abbiamo tutti insieme.
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