La festa del 25 Aprile
Il sindaco attacca il Pci
«La memoria è di tutti»

Como: l’ultima cerimonia per Landriscina. Il presidente dell’Anpi non ha fatto alcuna polemica. E sull’Ucraina: «Capire le cause di quello che succede»

Si temevano polemiche, ma la cerimonia del 25 aprile, ai giardini a lago, si è svolta senza litigi o provocazioni.

Come richiesto dall’Anpi nazionale, e rilanciato a livello locale, non si sono notate bandiere statunitensi o della Nato. Oltre ai tricolori, ai gonfaloni e ai vessilli di partito, alcuni esponenti del Pd si sono presentati alla manifestazione muniti della bandiera ucraina. Presenti, fra il pubblico piuttosto numeroso, anche le candidate sindaco di centrosinistra Barbara Minghetti e Adria Bartolich , il candidato di Verde è popolare Vincenzo Graziani e l’ex primo cittadino Mario Lucini .

Da Lissi ai giardini a lago

Le celebrazioni per la festa della Liberazione sono cominciate alla mattina, al cimitero di Rebbio, col ricordo di Alfonso Lissi, partigiano caduto durante la battaglia di Lenno il 3 ottobre 1944. Al sacrario militare del monumentale, invece, si è tenuta la deposizione delle corone e la messa. Alle 11, invece, ai giardini a lago, si è svolta la consueta deposizione delle corone al monumento alla Resistenza europea, accompagnata dalle note della filarmonica cittadina Alessandro Volta, seguita poi dai discorsi.

Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Mario Landriscina , al suo ultimo “25 aprile” con la fascia tricolore. Nel suo intervento, il primo cittadino ha fatto riferimento alla guerra in Ucraina, sottolineando il valore inestimabile, ma fragile, «della libertà e della democrazia».

Landriscina ha espresso un duro giudizio sulla politica, sottolineando come la festa della liberazione sia di tutti, sebbene sia stata strumentalizzata da destra e da sinistra: «Noi abbiamo avuto troppo spesso una destra nostalgica che non è mai riuscita a rompere veramente con il passato fascista e dall’altra parte una sinistra, ma diciamolo apertamente, un Partito comunista che per ragioni tattiche ha cercato di sequestrare una memoria repubblicana, che era di tutti, per farne una memoria di partito o addirittura un’arma politica». Il passaggio, però, non ha sollevato particolari mugugn. Dal canto suo, invece, il consigliere provinciale Paolo Furgoni ha ricordato che «Il 25 aprile ha segnato uno spartiacque fra le dittature e la democrazia».

L’associazione partigiani

Applaudito a lungo il discorso del segretario dell’Anpi provinciale Manuel Guzzon . Rispondendo alle polemiche dei giorni passati, Guzzon ha letto il comunicato nazionale, rimarcando la condanna all’invasione russa e la solidarietà al popolo ucraino e sottolineando che l’Anpi «non dà scomuniche e non accetta scomuniche». «Tuttavia – ha aggiunto - dobbiamo cercare di capire le cause e il contesto che hanno prodotto la situazione attuale. Per questo è un errore ignorare o minimizzare la recente storia ucraina, da Maidan alle formazioni neo-naziste ucraine, alla Crimea, al Donbass, alle interferenze russe, al ruolo dell’Ue, della Nato e degli Usa, alla strage nazista di Odessa del 2014 a tutto quello che è successonegli ultimi anni». Guzzon ha ricordato i partigiani lariani Giancarlo Puecher , Livia Bianchi ed Enrico Caronti .

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