“La Provincia” nel bunker di Chiasso
«Così ci difendiamo dall’atomica»

Abbiamo visitato il “rifugio pubblico” in grado di ospitare 380 persone per 14 giorni. Camere, bagni, sala comando e impianti di ventilazione. «Ogni mese sottoposti a controlli»

Si chiama rifugio pubblico ed è in grado di ospitare 380 posti letto con altri 28 posti letto riservati ad un secondo ed attiguo “impianto di Protezione civile” (destinato a Protezione civile, sanitari e forze dell’ordine) sotto la palestra comunale delle scuole elementari di Chiasso, a 500 metri dalla dogana di Ponte Chiasso e dall’omologa di Chiasso Strada.

E’ una delle tante strutture che ci sono in Svizzera e “La Provincia” lo ha visitato. Nel giornale in edicola oggi, sabato 12 marzo, un ampio reportage. Chiasso (poco meno di 8 mila abitanti) ha una disponibilità alla voce “rifugi” del 118% rispetto alla popolazione, fermo restando che anche dai Comuni vicini ci si potrebbe rivolgere - in caso di necessità - ai rifugi più vicini.

«In caso di utilizzo, avremmo un’autonomia di 14 giorni», dicono i responsabili, con una puntualizzazione e cioè che sta ad ogni cittadino predisporre le scorte alimentari per sé e per la famiglia. Ogni cittadino nel raggio di 2 chilometri deve poter disporre di un rifugio pubblico, raggiungibile in mezzora. I rifugi pubblici sono soggetti a manutenzioni mensili, semestrali ed annuali e quello all’interno di quello sotto la palestra delle scuole elementari di Chiasso (la proprietà è del Comune) tutto è al suo posto, persino la “manovella” da innestare manualmente (lo dice la stessa parola) qualora l’impianto legato al ricircolo dell’aria dovesse per motivi diversi smettere di funzionare. (Marco Palumbo)

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