«La storia della mia famiglia: una pagina della Liberazione»

Fiera del libro Tommaso Sacchi, assessore alla cultura di Milano, oggi ospite a Como - Con la madre Raffaella Kohler ha voluto raccontare una vicenda personale

Oggi - sabato 7 settembre - alle 15 alla Fiera del libro di Como protagoniste saranno la memoria, la Resistenza, la Storia, che nel libro “Il bosco dove tutto cominciò. Storia di una famiglia partigiana” (Mondadori) di Tommaso Sacchi e Rossella Kohler si uniscono con l’intento di lasciare alle giovani generazioni le storie del partigiano Dado e del partigiano Giampaolo, rispettivamente nonno paterno e zio del primo.

Il passato

Entrambe affondano le loro radici in un bosco: il passato del nonno paterno Edoardo, nome di battaglia Dado, è un intrico di ricordi bisbigliati e per il giovane Tommaso tornare insieme a lui nei boschi dove si è nascosto da ragazzo significa ripercorrere quei sentieri su cui si è combattuta la storia italiana.

Anche la vicenda dello zio materno Gianpaolo - morto poco più che ventenne, dopo aver deciso di togliersi la divisa dell’esercito, diventando un ribelle - ha a che fare con un bosco. Sacchi - assessore alla Cultura della città di Milano, membro del consiglio direttivo di Federculture e rappresentante in seno al Consiglio superiore del cinema e dell’audiovisivo del Ministero della Cultura - incontrerà il pubblico della fiera per dialogare della storia familiare, della storia d’Italia e di memoria.

«Il libro nasce anche con l’intento di mettere su carta, nero su bianco, un pezzo di storia della Liberazione dell’Italia dal regime nazifascista e nasce anche dalla volontà comune mia e di Raffaella Kohler - mia madre - di tirare fuori dai cassetti testimonianze, documenti ufficiali e militari, lettere che ha riguardato la biografìa di Edoardo Sacchi e Giampaolo Menichetti; le storie, assolutamente vere, uniscono dunque i tratti intimi e familiari alle vicende storiche del Paese».

Raffaella Kohler - geografa, insegnante e scrittrice - è scomparsa a causa di una malattia lo scorso mese di dicembre: «L’idea del libro è nata e si è concretizzata grazie alla capacità e predisposizione all’archiviazione, catalogazione e memoria che mia madre ha portato avanti per anni. Abbiamo dunque collezionato un numero importante di documenti che ha dato vita al progetto editoriale nato non per intitolarsi un romanzo storico di famiglia, bensì per trasmettere alle nuove generazioni - il libro nasce per ragazzi dagli 11 ai 18 anni, ma è fruibile da tutti - la resistenza di due giovani partigiani che è stata così raccontata, affidata, narrata e restituita ai giovani».

Quattro mani

Il lavoro svolto a quattro mani è stato allo stesso tempo intenso e difficile: «Iniziare un progetto tra madre e figlio è sempre complesso, anche se per noi è nato in modo naturale per cimentarci in un progetto di testimonianza con uno scopo politico nel senso etimologico del termine. Il lavoro a quattro mani non è mai semplice, ma per noi è stato molto importante anche perché è iniziato quando mia madre stava bene, ma le ultime fasi di ultimazione e correzione si sono svolte nella fase terminale della sua vita, per cui è stato anche un tavolo di lavoro comune che ha avuto attimi di grande intimità».

La risposta è stata ed è molto positiva: «Sono molto soddisfatto perchè ricevo lettere, note e messaggi da scolaresche, insegnanti e studenti e il complimento più bello riguarda la linearità del racconto».

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