La vigilia di Ferragosto in ospedale: «Ma mia moglie non è stata visitata»

Fino L’odissea raccontata da Manuel Agusta, sei ore e mezza trascorse in attesa al Sant’Anna. L’azienda sanitaria: «Giornata di grande affluenza, i tempi legati al codice di valutazione»

La vigilia e la mattina di Ferragosto trascorse tra pronto soccorso e servizio di continuità assistenziale, ex guardia medica, in attesa di una risposta: «Perché la gamba di mia moglie non si muove?».

Se l’è chiesto Manuel Agusta. Mercoledì 14, nel primo pomeriggio, la consorte di 53 anni ha accusato forti dolori a una gamba. «Di punto in bianco non riusciva a muoverla, aveva dolori lancinanti, non poteva camminare». Il pensiero è andato subito a un’ereditarietà familiare: «Tra i suoi cari ci sono stati casi di trombosi, così quando si è bloccata improvvisamente la gamba sinistra, proprio la sinistra, ho temuto il peggio».

Ha impugnato lo smartphone, ha chiesto l’intervento di un’ambulanza e ha avvisato la sorella della moglie.

«L’hanno trasportata all’ospedale Sant’Anna di Como verso le 15, l’ho raggiunta verso le 21.30 perché ero al lavoro». Quando si è presentato al pronto soccorso, la consorte dopo sei ore e trenta era ancora in attesa di essere visitata. All’accettazione le avevano assegnato il codice Verde. «C’erano tante persone sulle barelle, compresa lei. Piangeva, aveva ancora dolori, mi sono presentato all’accettazione per capire a che punto fossero. Mi hanno risposto che c’era un medico ogni 40 persone, c’erano codici rosso in arrivo, molto probabilmente l’avrebbero visitata ma solo la mattina seguente».

Marito e moglie alla fine hanno deciso di fare rientro a casa: «Lei non ne poteva più e io di lasciarla lì tutta la notte non me la sentivo». Il dolore non si è mai placato, Manuel alle prime ore della mattina di Ferragosto l’ha accompagnata dalla guardia medica di Appiano Gentile. «Finalmente abbiamo avuto una risposta!». Ossia? «Aveva una forte sciatalgia, dopo una puntura la situazione è migliorata. Grazie mille alla gentilissima dottoressa di turno. Perché in ospedale hanno fatto soffrire una persona sei ore e mezza senza nemmeno dire cosa avesse?».

Noi abbiamo contattato il Sant’Anna. Innanzitutto evidenziano che: «Una volta arrivato in Pronto Soccorso il paziente riceve una valutazione rispetto al proprio livello di urgenza e gli viene attribuito un codice numerico che stabilisce la priorità di accesso, indipendentemente dall’ordine di arrivo, dal fatto che sia solo o in ambulanza: la priorità è collegata alla gravità dei sintomi riscontrati. L’attribuzione di questo codice non serve a ridurre il tempo di attesa, ma a garantire che pazienti estremamente gravi non debbano attendere».

Dall’ospedale confermano che il 14 è stata una giornata di grande affluenza: «Al pronto soccorso sono state accettate 186 persone. In servizio per ogni turno diurno erano presenti 4 medici, 10 infermieri e 3 operatori socio sanitari». Evidenziano infine che sul territorio esiste il servizio di continuità assistenziale operativo dalle 8 del mattino. In effetti Manuel ne ha usufruito la mattina seguente, ma il 14 l’istinto di marito l’ha spinto a rivolgersi al meglio: un ospedale. Perché? Temeva che la moglie avesse una trombosi in corso.

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