L’alcol? «Ormai è provato aumenta i rischi di tumore»

L’esperta Circa 740mila casi all’anno di cancro non legati a fattori genetici, sono causati da moderato consumo di alcolici . L’oncologa Doris Mascheroni: «Anche un solo bicchiere al giorno aumenta il rischio di sviluppare la malattia»

Tutte le bevande alcoliche aumentano il rischio di sviluppare un tumore ma sono ancora molte le persone che sottovalutano questa evidenza scientifica, soprattutto tra i giovani e i giovanissimi che purtroppo sono tra i principali consumatori di alcolici e superalcolici.

Recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) hanno chiesto al Parlamento Europeo di aumentare la consapevolezza del legame negativo tra consumo di alcol e cancro nella popolazione generale diffondendo le raccomandazioni del Codice europeo contro il Cancro.

Abbiamo chiesto a Doris Mascheroni, oncologa e responsabile dell’unità operativa di Medicina interna all’Istituto Clinico Villa Aprica, di aiutarci a comprendere meglio quali sono i meccanismi alla base di questo legame negativo.

L’evidenza scientifica

«Oggi possiamo dire con certezza che c’è una consapevolezza internazionale – spiega Mascheroni – sul fatto che il consumo di bevande alcoliche, vino e birra compresi, ha un effetto cancerogeno anche se si consumano in quantità moderate». In Europa, come riporta il portale Epicentro, le malattie croniche non trasmissibili come le malattie cardiovascolari, il diabete, le malattie respiratorie croniche e il cancro rappresentano il 90% di tutti i decessi e, in particolare, il 70% di tutte le morti premature. L’alcol è un cancerogeno di gruppo 1 come classificato dal 1988 dalla Iarc e l’evidenza scientifica consolidata negli ultimi trent’anni ha costituito parte non marginale della Risoluzione del Parlamento europeo che ha lanciato, il 16 febbraio 2022, il Piano europeo contro il cancro, acquisendo l’evidenza che non esistono quantità sicure di consumo alcolico.

«Oggi sappiamo che l’alcol è nocivo per circa 200 patologie – prosegue il medico – tra le quali ci sono almeno 12 tipologie di cancro. Si tratta di dati scientifici che sono stati pubblicati su riviste autorevoli come Lancet. L’appello di Oms e Iarc vuole ribadire il fatto che non è possibile dire che in quantità moderate l’alcol non è nocivo. Anche bere un solo bicchiere al giorno aumenta il rischio di sviluppare la malattia, rischio che chiaramente cresce in funzione delle quantità consumate».

Si stima che circa 740 mila casi all’anno di cancro evitabili, perché non legati a fattori genetici, sono causati dell’assunzione di alcol moderata. Si tratta del 4,1% di tutti i nuovi casi. Come detto, inoltre, sono almeno 12 le tipologie di cancro legate al consumo di alcol e non tutte, come erroneamente molti pensano, sono localizzati nello stomaco e nel fegato. «Oggi possiamo dire che le aree più coinvolte – prosegue la specialista – sono quelle del tratto digestivo e del tratto respiratorio superiore. I tumori correlati all’alcol possono riguardare così il cavo orale, la faringe, la laringe, l’esofago, il colon, il retto e il fegato, ma si è notato un incremento notevole anche per lo sviluppo del tumore alla mammella femminile».

Le stime per l’Italia sono di 10mila nuovi casi di cancro l’anno causati dall’alcol, qualunque sia il tipo di bevanda alcolica consumata, e che il 42% di quelli femminili è causato dal consumo moderato che non eccede i 20 grammi di alcol al giorno, meno di due bicchieri con, ad esempio, l’incremento del 7% del rischio per il primo bicchiere che sale al 27% col secondo. Inoltre, quasi un quarto di tutti i tumori causati dal consumo di alcol nel mondo si sono verificati in Europa. Diverse informazioni sui tumori legati al consumo di alcol sono disponibili anche sul sito dell’Iarc (https://www.iarc.who.int/risk-factor/alcohol).

«Dobbiamo anche ricordare – spiega Mascheroni – che l’alcol favorisce le infezioni virali polmonari perché indebolisce le difese immunitarie e noi sappiamo che l’abbassamento delle difese immunitarie aumenta il rischio di insorgenza dei tumori in tutti gli organi». Quello che è noto alla comunità scientifica è che l’alcol va a interferire con il DNA impedendo così alle cellule di ripararsi correttamente. Viene metabolizzato dal fegato e proprio qui può causare infiammazioni e alterazioni delle cellule epatiche. Le bevande alcoliche, infine, sono associate a un maggior rischio di sovrappeso e obesità, condizioni anche queste che possono essere associate allo sviluppo di forme tumorali.

«È molto importante sensibilizzare le donne sulla consapevolezza del ruolo dell’alcol nello sviluppo del tumore alla mammella – dice ancora l’oncologa – perché ancora oggi molte donne seguono gli screening della Senologia e si sottopongono a mammografia o ecografia del seno, ma non pensano ai rischi associati al consumo di alcol, come detto anche in quantità moderate».

Sensibilizzare i giovani

Una consapevolezza quella del legame tra alcol e cancro che da molti sondaggi internazionali sembra essere scarsa in tutto il mondo.

A questo si aggiunge anche l’industria del marketing. Oggi, a differenza di quanto accade per le sigarette, ancora non si riporta sulle etichette delle bottiglie la possibile relazione tra bevande alcoliche e patologie tumorali. «Fondamentale è sensibilizzare anche i giovani – aggiunge Mascheroni – che oggi sono grandi consumatori di alcolici e superalcolici, ma che, soprattutto per quanto riguarda gli under 20, non hanno ancora sviluppato un organismo in grado di metabolizzare queste sostanze alcoliche. L’enzima deputato a questo compito ancora non è formato ma, nonostante le campagne, il messaggio non sembra essere ancora chiaro. È importante così insistere su questi concetti e sul fatto che non bisogna prendere per vere le fake news che descrivo vino o altri alcolici come un toccasana per la salute».

Secondo Oms e Iarc il contributo del consumo di alcol all’incidenza e alla mortalità per cancro dovrebbe essere chiaramente riconosciuto evitando l’uso di qualificazioni o aggettivi fuorvianti come il consumo “dannoso” o “eccessivo” di alcol o il “bere responsabile”.

Dovrebbero essere adottate misure per informare con chiarezza il pubblico di questo rischio, visto che non è ben noto alla popolazione generale, compresa una maggiore diffusione delle raccomandazioni del Codice europeo contro il cancro.

Il Piano d’azione europeo sull’alcol 2022-2025 dell’Oms/Ufficio Regionale per l’Europa e il Piano d’azione globale sull’alcol 2022-2030 dell’Oms raccomandano entrambi l’uso di etichette di avvertenze sanitarie (health warning labels) sui contenitori di bevande alcoliche per informare il pubblico sulle conseguenze per la salute del consumo di alcol.

La biologia molecolare

«È chiaro che la genetica ha un ruolo importante nello sviluppo dei tumori – dice ancora Mascheroni – e oggi fortunatamente la biologia molecolare ci aiuta nella diagnosi precoce, ma solo evitando di bere si può ridurre il rischio alcol correlato. Questo non vuol dire che una volta ogni tanto non ci si può permettere un bicchiere di vino ma non deve essere la regola».

Come accaduto negli ultimi anni per la sigaretta elettronica, inoltre, oggi la comunità scientifica si interroga anche sui possibili rischi legati al consumo di nuove bevande a basso contenuto di alcol o alcol free (anche se spesso leggendo l’etichetta si trova una piccola percentuale di alcol) che si stanno diffondendo soprattutto tra gli under 40.

«In termini generali di prevenzione dei tumori, oltre a non bere alcolici e a non fumare – conclude Mascheroni – è importante seguire stili di vita sani che comprendano una alimentazione corretta e attività fisica, anche solo una camminata di 30/40 minuti due volte al giorno».

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